C’ERA UNA VOLTA IL WEST… In una piccola cittadina del West, Naples City, si intrecciano intrighi e misfatti, spesso regolati a colpi di duelli pistoleros e cittadini inermi
Creato il 09 ottobre 2012 da Ciro_pastore
Breve racconto western sui fatti che accadono nella Volcano Railways
C’ERA UNA VOLTA IL WEST…
In una piccola cittadina del West, Naples City, si intrecciano intrighi e misfatti, spesso regolati a colpi di duelli pistoleros e cittadini inermi
da “C’era una volta il west” (scena iniziale)
http://www.youtube.com/watch?v=b-IselzIRgM
In quella landa desolata e polverosa, vivevano circa mille persone, più uomini che donne come sempre nel West, tutti, in un modo o nell’altro, dipendevano dalle sorti della ferrovia. Per gli abitanti di Naples City la strada ferrata è sempre stata madre generosa che ha provveduto a nutrire tutti i suoi figli.
A capo della Volcano Railways, questo il nome della ferrovia, c’era Mr. Coke, un piccolo ometto dagli occhialini tondi e dall’aspetto solo apparentemente burbero. La “sua” ferrovia aveva sempre funzionato bene ed aveva creato ricchezza per la città che essa attraversa. Ma il progresso e, soprattutto, la concorrenza di quegli strani oggetti fumanti a motore – automobili le chiamano – stavano, per la prima volta, scalfendo l’agiata sicurezza costruita in tanti decenni di monopolio quasi assoluto. Ma così come l’arrivo del treno aveva scalzato il predominio delle diligenze a cavalli, ora le auto stavano facendo finire la lunga storia fortunata del treno.
A Naples City, tutto ruotava attorno al treno. Molti erano quelli che lavoravano direttamente a contatto con locomotive e binari. Questi nel gergo cittadino erano chiamati “directs”. Nel tempo erano diventati un’aristocrazia orgogliosa ed impavida, gli unici ad essere capaci di contrastare il potere del padrone della ferrovia, il temuto Mr. Coke. Tutti gli altri abitanti del piccolo villaggio, fatto di piccole case di legno, venivano chiamati “indirects”, quasi a sottolineare con malizia il loro ruolo marginale nel funzionamento della ferrovia. Una sorta di zavorra scomoda che i diretti dovevano, molto controvoglia, sopportare.
Come in un ogni città del Far West, anche a Naples City c’era un saloon, il tipico ritrovo per ferrovieri stanchi e per viandanti impolverati, che scendevano in città per prendersi una sbronza ed una donna. Anche in quel saloon regnava perennemente una coltre di denso fumo di pessimi sigari. Nelle volute del tabacco, tra i tavoli a cui sedevano uomini stravolti dal whisky, si muoveva sinuosa ed ammiccante la bella del saloon, Belle de Jour. Belle non era più tanto giovane, anzi aveva superato da molti anni l’età dell’avvenenza fisica, ma riusciva ancora ad attirare quei poveri uomini disfatti dalla fatica ed inebetiti dall’alcool, servendosi di scaltre arti seduttive apprese in lunghi anni di professione. Belle aveva sempre un po’ di calore umano da offrire e questo a molti bastava…
La crisi della ferrovia, però, stava mettendo a repentaglio l’esistenza stessa di quel mondo. La strada ferrata, lentamente ma inesorabilmente, stava perdendo attrattiva per i giovani, sempre più presi dalle diavolerie che la tecnica gli metteva a disposizione. Qualcuno vociferava, infatti, di favolosi cavalli meccanici, scooter pare si chiamassero, che avrebbero reso, presto o tardi, inutile la ferrovia…
Anche se lo splendore dei bei tempi andati era solo un ricordo, gli uffici della Volcano Railways dominavano ancora il corso principale di Naples City. Dall’alto dell’edificio, nel suo ufficio con le ampie vetrate sul piazzale, Mr. Coke e il suo fido collaboratore, Mr. Short, ogni giorno vedevano, però, la situazione peggiorare e poco facevano per fermare l’inarrestabile declino. Qualcuno assicurava che Mr. Short, un piccolo ingegnere ferroviario dalla mente arguta, fosse già in combutta con la concorrenza e tramasse in segreto per scalzare Mr. Coke, non più tanto sicuro sul suo vacillante scranno.
La crisi era forte, anche se i clienti non scarseggiavano, anzi. Purtroppo, però, far funzionare “la baracca” era diventato sempre più costoso e gli incentivi, che Washington spediva sempre più di rado, non bastavano più. Tutti i più stretti collaboratori di Mr. Coke temevano che la fine non era poi così lontana. Qualcuno di questi, timoroso per il futuro, provava ad affogare i propri timori nelle braccia di Belle de Jour. Negli anni Belle, aveva ricevuto, nella sua squallida ma sempre disponibile alcova, molti pezzi grossi e tanti imprenditori. In questo modo, aveva finito per conoscere tutti i segreti della Volcano Railways. Belle era diventata, suo malgrado, una specie di memoria storica di piccoli e grandi misfatti. Pian piano, perciò aveva cominciato a chiedere di partecipare ai vantaggi derivanti da quegli stessi misfatti di cui era diventata abile ed insospettabile manovratrice.
Attorno a Belle ruotavano, spesso inconsapevolmente, sia dirigenti che fornitori della ferrovia. La Volcano Railways, nei tempi d’oro, aveva “nutrito” chiunque entrasse nelle sue grazie. Faccendieri affaccendati entravano ed uscivano dagli uffici, era un continuo via vai di imprenditori interessati a “fare affari”. Lucky Man o Mr. Little erano solo alcuni di quelli che, mediante i sapienti consigli di Belle, erano riusciti a dare una svolta alla propria carriera di prenditoriale.
Ora, però, tutto languiva, i tempi della “golden rush” (corsa all’oro) erano finiti, anche se qualche filone aurifero era ancora debolmente produttivo…
Da qualche tempo, Naples City, poi, era dilaniata dalla lotta fratricida fra “directs” ed “indirects”, abilmente manipolata da Mr. Coke e Mr. Short. Pochi all’interno delle due fazioni contrapposte avevano capito, infatti, che la loro era una “guerra fra poveri” che andava subito fermata: il vero nemico era altrove. Molti preferivano, invece, farsi travolgere da vecchi rancori e farsi manipolare da quelle false credenze che avevano permesso a Mr. Coke, e a quelli che lo avevano preceduto, di governare indisturbati per decenni.
Solo Jiminy Cricket (Grillo Parlante) da anni andava scrivendo che l’unico modo per uscire dalla crisi irreversibile in cui la Volcano Railways era piombata era l’incredibile alleanza fra directs ed indirects, finalmente liberati dalle catene della mistificazione e pronti a lottare insieme per il bene comune.
Certo, le parole di Jiminy Cricket spesso erano volate via nel vento caldo e polveroso di quella landa desolata. Belle, soprattutto, sempre al soldo degli uomini di Mr. Coke, aveva provato a spargere veleno e sospetto sul povero Jiminy Cricket che aveva l’unica colpa di esser stato uno dei pochi ad averla usata solo come comodo passatempo nelle noiose serate invernali.
Belle odiava Jiminy perché era la “voce della verità” che martellava sulla sua inconsistente coscienza di donna traviata da anni di saloon, e rotta da ogni più squallida esperienza.
Ora, quel mondo dorato e meraviglioso che la Volcano Railways aveva costruito a Naples City stava forse per finire. Le scorribande dei pistoleros che razziavano le case e la banca della città si erano susseguite per anni ed ora le forze erano allo stremo. C’era, ad esempio, la banda dei Sindacatos, messicani dalla faccia truce, che appena veniva a conoscenza che nei forzieri c’erano dei dollari in oro spediti da Washington, si organizzavano per una grande rapina. Spesso, i Sindacatos univano le loro già infernali forze con una cattivissima tribù indiana, i temibili Imprenditores. Insieme, mettevano a ferro e a fuoco Naples City, saccheggiandola per mesi, stuprando le donne e portando via i bambini per rivenderli sul mercato degli schiavi.
Tutto faceva, insomma, presagire che la fine era inevitabile, ma esisteva ancora una speranza nei cuori degli indignati lavoratori della Volcano Railways: l’arrivo dei Magnifici Sette. Un piccolo gruppo di uomini e donne senza paura che potevano provare a sconfiggere il male che sembrava imbattibile agli occhi dei poveri “peones” avviliti e resi imbelli da decenni di assuefazione e di disinteresse. Ma non tutto era perduto…
I magnifici sette
http://www.youtube.com/watch?v=45KAjt7v4t4&feature=related
Ciro Pastore- Il Signore degli Agnelli
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