Se comunicare è un’arte, i metodi e le soluzioni per farlo possono e dovrebbero seguire percorsi e forme che spaziano dal classico/formale all’eclettico/creativo.
Spesso capita di imbattersi in “vari strumenti del settore” che ne parlano declamando modi, tempi, uso di font e altro ancora. Tocca quindi sorridere…piangere sarebbe eccessivo! Meglio dunque integrare e ampliare l’argomento con ragionamenti e descrizioni al passo con l’attuale richiesta o proposta in merito ad inviti e partecipazioni.
La domanda è: “ha (ancora) senso oggi parlare di formato 12,5×16,5, di carta bianca o avorio tagliata a mano e caratteri in stampatello o corsivo, colori pastello e filetti argento, quali unico esempio di partecipazione perfetta e accettabile?”
Per quanto mi riguarda la risposta è: “Si, ma non solo!”
E per “ma” intendo un “MA” di una certa rilevanza che non può essere trascurato o poco considerato oggi giorno.
Sposarsi è una decisione importante, quindi la comunicazione deve essere fatta correttamente; l’invito quale biglietto da visita della coppia, gioca un ruolo fondamentale. Ancor più del suo “naturale” scopo (informare) l’invito dovrebbe divenire comunicazione visiva ad ampio raggio, aggiungendo quel tocco che anticipa lo stile, il mood, la tematica dell’evento… un piccolo racconto insomma.
Quindi condivido e apprezzo soluzioni classiche e consolidate ma non condivido che si parli poco di altro, che non si consideri quanto la coppia del wedding 2.0 sia affamata di nuove soluzioni, di processi creativi utili a progettare e raccontare la loro storia; sempre e comunque differente da ogni altra coppia.
Limiti alla creatività quindi? No certamente.
Limiti di colore, font, formato? No certamente.
Unico limite: il buon gusto!
Il che significa poter realizzare un invito che racconti di quella coppia/evento anche con soluzioni stravaganti e anomale, ma con gusto e misura paragonabili ad una più classica e rigorosa partecipazione.
I più incalliti sostenitori delle regole ferree e degli “inviti stampati come la partecipazione ma in formato ridotto” storceranno il naso, ma la realtà è che l’invito è diventato una fusione tra il rigoroso comunicare e le innumerevoli tematiche e stili volute dai clienti. E’ questa richiesta che porta a pensare, progettare e proporre un oggetto che non deve avere limiti ma che interpreti al meglio, in grafica e supporto, la comunicazione di due sposi prossimi alle nozze.
A volte le tematiche sono molto specifiche, altre più vaghe oppure inesistenti; quali che siano, l’approccio è il medesimo: giungere ad un risultato che racchiuda tutta l’essenza e personalità di quel matrimonio. Fortunatamente nell’era del web, dei social network, dell’always-on con conseguente abbattimento di qualsiasi barriera visiva, si comincia a parlare/guardare e confrontarsi sull’argomento in maniera meno rigida e prefissata. Si aprono spazi e possibilità a soluzioni inconsuete, straordinarie, singolari.
Approcciarsi a realizzare un invito con queste premesse significa documentarsi; capire, seguire e interpretare soluzioni in linea con ogni stile desiderato. Per ogni richiesta è possibile quindi percorrere più strade creative, l’importante è che restino coerenti alla tematica, tecnicamente realizzabili e visivamente sorprendenti…senza dimenticare il budget prefissato.
Prima ancora di essere accontentato con facili e veloci soluzioni, il cliente va capito, indagato, ascoltato… e spesso creativamente istruito. Ok, tutto questo può portare ad un dispendio di energie e di tempo ma il risultato è di gran lunga più appagante di una scelta anonima.
In fin dei conti siamo il paese del design, della moda e del gusto, dove la creatività nostrana realizza incredibili prodotti di eccellenza. Il tempo di ispirarsi, fondendo stili provenienti da mondi anche al di fuori del wedding è giunto, anzi è già in atto da tempo. Quindi se pensavate che esista un solo tipo di invito sbagliate.
C’era una volta quell’invito…..ora esiste il vostro invito.
Daniele Zanoni