Insieme anche all'avventura di Fantastico, programma di punta di Rai1. E' il 1986 e Grillo pronuncia una battuta che gli procura l'ostracismo televisivo: "i socialisti sono andati in viaggio in Cina, Claudio Martelli si è seduto vicino a Bettino Craxi: "Senti un po'- gli ha detto- qua c'è un miliardo e son tutti socialisti? Ma allora, se son tutti socialisti, a chi rubano?".
Il due Serra-Grillo diventa il terzetto Serra-Grillo-Gaber per dirottare il comico dalla tv che non lo vuole al teatro, con lo spettacolo "Buone notizie". Un'allegra brigata. Ma la vita di coppia è difficile, anche se non si litiga. Cambiano le abitudini, le esigenze, gli interessi. Serra si concentra nella scrittura per i giornali, che incominciano a scoprire la satira, e si aprono pure le porte di quella porzione di tv pubblica targata di sinistra. Da parte sua Grillo spinge l'acceleratore sulla critica sociale, i suoi spettacoli divengono monologhi di denuncia contro il consumismo, lo spreco, la distruzione dell'ambiente. Incomincia a essere affascinato dalla politica. Ha un flirt coi radicali (in disaccordo con Serra) poi litiga con Marco Pannella e gli scrive: "Fosse per te ci saremmo già estinti, fosse per me, che ho 6 figli, saremmo 25 miliardi". Michele Serra invece si candida (in disaccordo con Grillo) col Pci alle europee ma non ce la fa.
Un intellettuale del clan Serra, Ugo Volli, scrive su Repubblica (1990) tutto il bene possibile di Grillo, che gli rilascia un'intervista: "Credo proprio -dice Grillo- che potrei essere un po' più colto di quel che sono, ma non voglio: un po' d' ignoranza aiuta a comunicare con la gente, mi creda. Potrei anche lavorare di più ma non mi piace essere presente dappertutto come certi miei colleghi, non mi divertirei più. E io se non mi diverto non sono mica capace di lavorare... Il fatto è anche che non si può fare molto spirito su delle cose tristi. Per esempio, il crollo della sinistra, Occhetto, il Pci: come si fa a fare dell' umorismo? E' tutto così triste.... Tempi duri per i comici, insomma. Ma pure per i giornalisti non è meglio. E a me resta almeno il teatro".
Ancora amici, ma le strade ormai divergono seppure accumunate dal successo: Michele Serra conquista rubriche su Repubblica ed Espresso, inoltre scrive i testi per i programmi tv condotti da Gianni Morandi e Adriano Celentano, poi Fabio Fazio lo chiama per i testi del suo Che tempo che fa. Ancora i libri, i premi, le comparsate (perfino al Meeting di Comunione e liberazione), i testi per uno spettacolo di Antonio Albanese. L'altro riempie i palasport (20, 30 euro a biglietto), scrive e vende libri e dvd, avvia un blog subito molto seguito e quindi pubblicitariamente redditizio. A poco a poco il blog si trasforma in comunità, la comunità in movimento, il movimento in partito. La politica accende la miccia, la coppia scoppia. E come molti coniugi in separazione se le danno di santa ragione.
Del suo ormai ex-amico-per-la-pelle, Serra scrive: "Grillo segue criteri tutti suoi ed è convinto che il suggello dei blog valga un'investitura popolare. Non si confronta più con la banalità del reale, ma con la magnificenza della rete. Beato lui".
Poi entra nel merito del fare politica grillesco: "In termini squisitamente matematici, è come se un criceto desse del nano a un elefante. In termini politici sarebbe interessante e utile capire in base a quali criteri logici, o etici, o dialettici, il sistema di selezione dei candidati adottato da Grillo sia migliore o più democratico o più rappresentativo o più efficiente di quello adottato dal Pd o da chiunque altro.... In termini umani - che perfino in politica, dopotutto, non sono così secondari - quello che colpisce, in Grillo, è la totale mancanza di magnanimità e di generosità nel giudicare chiunque non sia egli stesso, e qualunque atto o parola non gli appartenga. Lui ha ragione e gli altri torto, punto e basta. Fatte dagli altri, le primarie sono comunque merda. Fatte da lui (20.252 elettori), oro".
Quando poi lo accusa di essere pure volgare nei suoi comizi, i blog grilleschi insorgono a difesa (o telecomandati ?) dal guru e ricordano i titoli che Serra pubblicava a tutta pagina su Cuore: "Silvio cacasotto: spedisce videocassette come Moana per evitare il confronto in diretta", "Primo effetto delle legge contro gli immigrati: espulso Wojtyla, spacciava l'oppio dei popoli", "Aiuta lo Stato in bancarotta: uccidi un pensionato".
La sinistra di Michele Serra non è più in sintonia coi sentimenti di Grillo, il quale spara battute a raffica colpendo al cuore anche il suo ex-ghostwriter: "Veltroni ha fatto alla sinistra quello che il meteorite ha fatto ai dinosauri", "Sei uno di sinistra ?, mi chiedono. Non lo so... io sono stato fermo: si sono spostati tutti gli altri". "A pensar male si fa peccato, ma in Italia si indovina", "Chi striscia non inciampa!".
Siamo ai giorni nostri e Michele Serra si inventa la storia della signora Jole, in risposta a Grillo che aveva parlato di complotto informatico contro il movimento: "Il nome in codice dell'organizzazione segreta è "Jole". Prende il nome da una casalinga di Catanzaro, Jole Lauritante, 84 anni, che ha chiesto al nipote di entrare a far parte del Movimento Cinque Stelle "perché mi piace tanto Beppe Grillo", ma si è sentita rispondere "non puoi, perché non hai il computer. Preparami le polpette, chiudi la porta della mia stanza e lasciami in pace, che sto cliccando per il futuro del mio Paese"".
Poi prende in giro il programma 5stelle: "Secondo le prime indiscrezioni sulla sua bozza di riforma elettorale- spiega Serra- Grillo vuole estendere anche agli elettori il veto di un secondo mandato. Chi ha già votato una prima volta, non può pretendere di votare addirittura la seconda, accumulerebbe un potere esagerato. Riassumendo, ha diritto di voto solo chi è incensurato, si reca per la prima e ultima volta alle urne e non ha consumato atti sessuali nei giorni immediatamente precedenti le elezioni. Le donne con le mestruazioni non devono avvicinarsi all'urna perché potrebbero fare appassire le schede".
Beppe Grillo ha messo anche Michele Serra nella lista nera. E lo avverte che, come si conviene in questi casi, la guerriglia durerà a lungo: "molto a lungo, credo nella reincarnazione. E nel testamento, mi sono nominato unico erede".