L’hanno in più occasioni definita la “Sophie Kinsella” italiana, in C’ero una volta un bel mix di ironia, divertimento e momenti di riflessione: a quanti di noi piacerebbe mettere in pausa la propria vita per avere l’occasione di riconsiderarla da un punto di vista oggettivo e capire se si è veramente felici? E questo è quello che succede alla protagonista che, non senza difficoltà, si ritrova piano piano ad entrare nuovamente nel proprio mondo ma… le piacerà quello che troverà?
LA TRAMA
Maria Luigia Librandi, detta Lulù, si sveglia una mattina in una clinica senza alcun ricordo né di sé né del proprio passato. Accanto al letto, solo una favolosa Birkin di Hermès in pelle di coccodrillo, rosa, con un’esplicita richiesta di perdono. Grazie all’aiuto di Andrea Martini, fascinoso medico quarantenne, Lulù comincerà a riscoprire la propria vita: dal periodo come fuorisede dopo lo spaesante arrivo nella capitale al presente come avvocato d’affari per un importante studio legale. Attraverso gli incontri organizzati dal dottore, un pezzo alla volta riaffiorerà l’identità della ragazza, colta nelle sue varie metamorfosi. Dall’oblio riemergerà anche il rapporto con lui, Alessandro Malaspina, “presuntuoso, arrogante e sull’autocelebrativo andante”, da cui Lulù, pur continuamente in fuga, si era sempre sentita attratta. Nel frattempo, alcune domande fondamentali affollano la mente della protagonista: è soddisfatta della propria vita? È stata lei a cercare di voler dimenticare qualcosa? E chi è la donna elegantissima che l’aspetta nel corridoio su tacchi Louboutin implorando di incontrarla? Una mattina, le note di A Te di Jovanotti raggiungono Lulù (sempre avvinghiata alla sua Birkin) aiutandola a ricomporre il puzzle della situazione. E all’improvviso niente è più come sembra, neppure chi la circonda.
L’INTERVISTA
Ed eccoci arrivati all’intervista, briosa e divertente proprio come mi aspettavo! Ecco le domande che ho rivolto a Lulù:
- Innanzitutto una curiosità: sappiamo che lavori da diversi anni in un importante studio internazionale di Roma. Un lavoro molto serio ma che sembra, però, aver sviluppato in te una certa ironia.
- C’ero una volta è nato nei laboratori della scuola di scrittura “Omero”. In Italia, spesso, ci si domanda se le scuole di scrittura creativa siano davvero utili, nonostante siano diversi gli autori importanti usciti grazie a loro. Qual è la tua esperienza?
- Parliamo ora del libro. Spesso vieni paragonata a Sophie Kinsella e al suo bestseller I love shopping. Cosa ne pensi?
- Protagonista è una ragazza molto ironica che si chiama Lulù e, come anticipato, si sveglia senza memoria in ospedale. L’unica cosa che sappiamo di lei è che adora le borse, soprattutto una rarissima e costosissima Birkin rosa che le viene fatta trovare allegata ad una richiesta di perdono. Impareremo a conoscerla leggendo il libro, ma se dovessi presentarla, cosa diresti di lei?
- Lulù attraversa mille difficoltà durante il libro, ma lo fa sempre con un sorriso sulle labbra e una positività innata. Pensi che l’ironia aiuti, anche nella realtà, a vivere meglio?
- Progetti futuri con protagonista Lulù?
E qui sotto, tutte le risposte in audio (così potete sentire anche la sua voce):
P.S. se non vedete il player qui sopra (ad esempio se usate Chrome): cliccate qui!
L’AUTRICE
Lulù Librandi, nove d’arte di Maria Assunta Galluzzo, è nata in Calabria nel 1976. Avvocato d’affari, lavora da diversi anni in un rinomato studio internazionale. E’ allieva della scuola di scrittura creativa “Omero”, nei cui laboratori è nato il suo primo romanzo “C’ero una volta”.
Titolo: C’ERO UNA VOLTA
Autore: Lulù Librandi
Editore: Fazi
Pagine: 267
Prezzo: € 14,00
Archiviato in:Interviste, Narrativa Tagged: andrea martini, c'ero una volta, fazi, intervista, ironia, l occasione, le meraviglie, libro, lulu librandi, narrativa, uscita luglio 2013