Gian parla solo di calcio, e in certi momenti di esasperazione sei portato a sperare che un giorno la vita glieli ritorni tutti, ad uno ad uno, questi calci: in faccia; partita per partita. Ma ti accorgi che è meglio non augurarglielo, perché lui non li saprebbe parare, i calci della vita; probabilmente soccomberebbe anche solo a quel minimo solletico amaro che la vita fa, figuriamoci ad un calcio. Ad uno vero.
Parlano sempre di calcio, lui e i suoi amici, e magari- tu pensi- potranno farsi delle belle ossa con tutto questo calcio, come a mangiare pane e formaggino tutti i giorni a merenda;e invece no perché ti accorgi che non hanno scheletro e s’assomigliano tutti a dei molluschi.
Chissà… a me, fin da quando avevo 2 anni e l’uso della parola, han sempre insegnato che era meglio sapere; oggi sembra che certi genitori insegnino solo le formazioni delle squadre, ma sfido io a risolvere i rompicapo della vita, con una formazione di calcio che cambia di anno in anno a seconda dei soldi…
E poi leggo questo, il mio caro e amato Chomsky, e mi dico che tutto è perduto… se pensiamo che dai 30 anni in giù nessuno si sa difendere da queste cose perché ciò che importa è Facebook e l’X box o giù di lì con ogni nome che rasenti il cibernautico e l’inglese…
Tutto è compiuto- direbbe Gesù appeso alla croce; e qui si chiude il mio Vangelo (e predicozzo) quotidiano.
Pacx vobiscum, ma non con il mio spirito.