Cabina elettorale.

Creato il 08 maggio 2012 da Enricobo2
Piccolo esame a bocce ferme? In questi giorni di dibattito politico ma soprattutto economico, sono stato molto a sentire le affermazioni di tutte le persone che conosco personalmente. Purtroppo non conosco nessuno di coloro che la crisi ha messo pesantemente in ginocchio, pensionati al minimo, cassintegrati, disoccupati che con ragione lamentano una difficoltà reale. Le persone con cui ho avuto contatto, invece, non hanno nella realtà alcun problema davvero importante di natura economica e se ragionassero, non potrebbero che dedurre di essere toccate dai vari provvedimenti, che in misura davvero marginale. Io, tanto per fare un esempio, che sono colpito da quasi tutti i provvedimenti di rigore governativi (forse l'unico da cui sono immune è la barca, poi non so neanche nuotare), se ragiono, pur girandomi l'anima, devo concludere che preferisco fare questo sacrificio invece di perdere tutto il cucuzzaro, andare alla posta a ritirare la pensione e trovare lo sportello chiuso, controllare l'ammontare dei miei piccoli risparmi di una vita e constatare che sono diventati fogli di carta straccia e così via, cosa di cui mi pare nessuno o pochi delle decine di milioni di italiani nelle mie condizioni si renda conto che accadrebbe. Perché deduco questo? Da tutti costoro, nessuno escluso, ho sentito solo urla belluine contro i tragici errori di questo governo che toglie loro anche l'aria che respirano invece di prendere i soldi a chi davvero ce li ha e so ben io chi sono!
 Naturalmente gli altri. La morte della giustizia, macelleria sociale, perdita di sovranità, non ascoltare il grido di dolore del ppopppolo e così via. Quindi naturalmente ci si è comportati di conseguenza nella gabina (come si dice ad Alessandria) elettorale. Costoro, che naturalmente alla fine sono andati a votare (c'è stato nella realtà solo un piccolo calo fisiologico) hanno premiato Grillo in maniera pesante, in Alessandria terzo col 12%, fregandosene del fatto che se fossero presi in esame le sue proposte deliranti (ritorno al medioevo tecnologico, ma internettiano, uscita dall'euro, annullamento del debito pubblico e altre grandi idee del genere) farebbero un bel falò di quanto loro rimane invece dei quattro spiccioli che gli ha preso il vituperato Monti. I partiti naturalmente hanno dato la loro bella mano, in totale crisi isterica, chi inseguito dai Carabinieri, chi terrorizzato dalle pernacchie dei vecchi elettori disamorati, erano chiamati in questa fase a lasciar fare le riforme di struttura che erano incapaci a impostare a qualcuno che si prendesse gli insulti e i pomodori, mentre veniva loro lasciato il compito di risolvere pochissime cose per tornare ad avere un minimo di credibilità. Eliminare o ridurre fortemente i compensi e i rimborsi elettorali, cambiare il porcellum, ridurre i mille rappresentanti ad un numero più umano. Nel loro ormai irrefrenabile cupio dissolvi, non sono neppure capaci di iniziare una di queste semplici cose e si avviano al suicidio definitivo cantando allegramente le stesse canzoni di sempre. Il PDL ormai dissolto, col capo (vero) in vacanza dal compagno di merende, il PD spaccato e assediato dai cani feroci della sinistra e del centro in gara a portargli via consensi, l'UDC che fa i conti di quanti voti perde sostenendo il governo. 
In aula devono votare a favore e appena usciti fanno proclami personali contro dicendo che sono contrari a tutte le decisioni che hanno appena votato, mettendo tutti i possibili bastoni tra le ruote ai provvedimenti solo per poter dire ai propri sostenitori, avete visto che siamo riusciti a far cambiare idea? La Slega, corrosa dal proprio marciume, fa a gara con SEL e IDV a chi la spara più grosse per poter carpire qualche votarello che se ne freghi di Tanzania e Albania, alzando la classica ultima bandiera di chi non sa più dove attaccarsi: non paghiamo le tasse, ottimo slogan per ogni stagione. Nessuno sembra rendersi conto che in questo paese, puoi mettere al timone le persone più serie possibili, ma non si può, non si riesce a fare niente, neppure le cose che all'apparenza sembrerebbero più semplici. Vuoi liberalizzare, cominciamo dalle cose piccole che sono più facili. Urla senza fine, farmacisti, tassisti, barellieri sulle barricate, gli avvocati no, quelli lavorano da dietro ma altrettanto efficacemente. Alla fine devi cedere ed annacquare il tutto. Vuoi fare una riforma del lavoro che finalmente consenta di correggere lo schifo che, con la complicità menefreghista di chi i lavoratori li doveva proteggere, ha devastato una generazione, dando il bocconcino dell'art.18 per farla passare? Niente da fare. Chi dice di essere dalla parte di chi lavora, si oppone fieramente, gli altri che prima erano d'accordo, terrorizzati di essere sulla barricata sbagliata, subito si accodano. 
Allora gli industriali, che per decenni hanno campato di svalutazioni competitive, rinunciando ad innovare e delocalizzando non per conquistare mercati, ma solo per risparmiare stipendi, autocondannandosi al fallimento, subito prendono la palla al balzo e vogliono annacquare la cosa al fine di continuare la loro ormai conclamata tratta degli schiavi (magari molti non lo sanno, ma i compensi degli "stagisti", ormai sono così tutti i nuovi lavoratori, sono inferiori agli stipendi cinesi). E tutti i partiti corrono loro dietro starnazzando nel pollaio. Il governo tenta di intaccare la voragine della spesa pubblica cominciando da tribunali inutili, arriva il Gabibbo a dimostrare l'impossibilità di farlo che anzi la spesa sarebbe ancora maggiore; chiudiamo ospedali che per la loro dimensione sono inefficienti e dove non si possono avere servizi adeguati, ecco che pazienti e dipendenti si strappano le vesti mostrando inattaccabili eccellenze che sarebbe un delitto distruggere; vuoi accorpare costosissime scuolette con un numero di allievi assolutamente incongruo, mamme e bambini si incatenano davanti alle porte in nome del diritto allo studio sotto la porta di casa. Non si riesce a fare niente di niente. Beh, dice il cittadino che ha in tasca la facile ricetta con cui si risolve tutto, l'uomo del so ben io quello che si dovrebbe fare, almeno le auto blu, quella è cosa davvero facile da ridurre. 
Praticamente impossibile. Ognuno ha la sua buona ragione per mantenerle. OK almeno un piccolo provvedimento che limiti a 1600, la cilindrata di quelle che verranno acquistate prossimamente. So che non ci crederete. Anche questo non va bene, alcune amministrazioni hanno fatto opposizione al provvedimento, motivando valide ragioni perché venisse cassato, mettendo in campo ambulanze e robe del genere. E se invece con un colpo di imperio si fossero abolite tutte? Poveri ingenui. Il giorno dopo Landini avrebbe fatto scendere in piazza gli operai cassintegrati causa diminuzione della produzione di auto, le assicurazioni avrebbero denunciato un tale calo degli utili da chiedere urgenti provvedimenti per poter applicare aumenti di tariffe, le famiglie rimaste senza lavoro dei circa 100.000 autisti delle stesse sarebbero in corteo permanente davanti a Montecitorio e voi dovreste fare attenzione a camminare al centro della strada per evitare i corpi dei carrozzieri in fallimento, che si lanciano dalle finestre per sfracellarsi al suolo finalmente liberi da Equitalia. Ma lo capite che in questo paese non si può fare niente! Siamo un popolo volgare che per decenni ha bussato alla porta di ogni politico di turno per farsi condonare la multa, per sistemare la veranda abusiva, per saltare il posto nella fila. La colpa è sempre degli altri e so ben io chi deve pagare, tutti col cappio in mano dove appendere il vicino di casa. E diamo la colpa a Monti quando i nodi vengono al pettine. Queste situazioni sono sempre sfociate in una dittatura. Molti nei discorsi da bar, già la auspicano. In Grecia si inneggia ai colonnelli. Noi siamo ad un passo.
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