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Il titolo e il catenaccio dell'articolo sopra linkato spingono il lettore a chiedersi perché l'Unione Europea sia così masochista.Poi uno legge l'articolo e, da un punto di vista prettamente
economico liberista, uno si accorge che questa volta i politici europei tanto coglioni non sono, giacché
«Secondo Bruxelles un trattato con il Giappone potrebbe aumentare il pil Ue dell'1% e aumentare le esportazioni europee di un terzo con un incremento addizionale di 400mila posti di lavoro in Europa.»
Dunque, l'ipotesi occupazione del libero scambio tra Ue e paesi asiatici è 400 000 lavoratori probabili in più, meno i 73 000 lavoratori “a rischio” del settore automobilistico, vale a dire tale accordo rischierebbe di “creare” 327 000 in più nella zona euro. Certo, a soffrire sarebbe l'industria dell'automobile, che già soffre di suo; infatti«L'accordo di libero scambio Ue-Corea del Sud del luglio 2011 è stato contestato apertamente da mezzo mondo industriale europeo (specie dalle case automobilistiche di fascia medio bassa come le francesi e la Fiat). Sergio Marchionne, in quanto presidente Acea, aveva chiesto un congelamento dei negoziati commerciali in attesa del superamento dell'attuale fase di difficoltà del settore auto europeo.»
Perché le case automobilistiche europee, la Fiat in testa, contesta tale accordo di libero scambio? L'articolo lo sottintende ma non lo dice apertamente, forse perché non vuole mettere il dito nella piaga dei produttori automobilistici europei, i quali sono incazzati perché gli europei comprano abbastanza automobili giapponesi e coreane, mentre i giapponesi e i coreani comprano pochissime auto europee. E allora, donde sorgerebbe l'eventuale saldo attivo nella bilancia commerciale europea che consentirebbe la crescita occupazionale nel vecchio continente?La Commissione, però, aveva contestato le valutazioni Acea stimando che complessivamente la Ue stia ottenendo risultati buoni: in nove mesi le imprese europee, indica l'esecutivo Ue, hanno risparmiato 350 milioni in diritti doganali dalle vendite di vino e prodotti di alta qualità.»
Ecco gli asiatici comprano vino o altri prodotti alimentari europei, mentre noi europei del vino o altri prodotti alimentari giapponesi compriamo molto poco. Tuttavia, questo è sufficiente a creare circa trecentomila posti di lavoro? Forse andrebbero considerate altre produzioni, non necessariamente del settore primario. L'articolo non ne cita alcuna. Il tessile, il calzaturiero, cosa diamine riusciamo a vendere agli asiatici? Gli spartiti di Claudio Cecchetto?Per concludere, tornando al movente di questo post, credo che l'articolo redazionale senza firma di Repubblica.it dia più risalto al danno che subirebbero le case automobilistiche, anziché ai vantaggi che otterrebbero altri settori produttivi, perché i costruttori di automobili sono i principali acquirenti di pagine pubblicitarie dei giornali (cartacei od online). Ho vinto qualcosa?