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Come ha avuto modo di accennare in precedenza, il concorso a Preside consta di varie ed elaborate prove, la prima delle quali risulta essere, senza dubbio, la capacità di venire a capo della complicata procedura di domanda on-line.
"Ecco, i soliti professori che di informatica non capiscono niente" - verrebbe la tentazione di rispondere. Se non fosse che la 'povna, viceversa, di computer ci capisce, se non parecchio, almeno a sufficienza per rendersi conto a prima botta che quelli del ministero hanno organizzato il tutto in maniera demenziale.
Riassumendo molto, prima di poter presentare qualsiasi tipo di domanda, il malcapitato insegnante deve perfezionare la sua registrazione su un portale creato a questo scopo, denominato "istanze on-line". Per fare questo, deve in un primo tempo provare a inserire i suoi dati nel sistema, ottenere un codice, stampare i documenti così prodotti e presentarsi (munito di copia di codice fiscale e documento), in carne ossa, in una scuola o in provveditorato. Qui si procede alla seconda parte del processo, quella del "riconoscimento fisico": una volta che la tua segretaria (che ti vede da dieci anni) ti ha riconosciuto e ha stabilito che la 'povna è 'povna, ti dona in premio la possibilità di ricevere un mail che ti conferma l'esistenza del sospirato codice. Tu torni a casa, apri il computer, accedi al portale confermando i dati sensibili della tua esistenza. E solo allora, se tutto è andato avanti senza intoppi, avrai diritto ad accedere al sistema, e a procedere (ma con calma, ché i moduli veri e propri saranno messi on-line solo in un secondo tempo) alla compilazione di ciò che vuoi compilare.
L'altro giorno, dunque, la 'povna si è svegliata di buon'ora, e si è dedicata, disponibile, alla pugna; obiettivo del giorno: arrivare entro il mercoledì ad avere stampato il documento e la prima metà del codice, dal momento che per quel giorno era prevista una riunione nella città della scuola.
I guai, va detto, sono cominciati subito. Perché tutta la procedura può essere fatta solo attraverso la casella e-mail istituzionale da insegnanti, ma, tempo due minuti, la 'povna si è resa conto che qualcuno aveva provveduto a disattivarla, perché presentava "troppi pochi accessi" (le virgolette corrispondono a citazione, come è prassi) rispetto ai "costi di manutenzione ministeriali". E' vero, lo ammette: quella casella la 'povna si è sempre rifiutata di usarla. Non per un imprecisato impulso di luddismo contro il servizio pubblico, ma perché può contenere, prima di esplodere, un totale di 40 messaggi al massimo (cioè poco più della sua dose di posta quotidiana). Proprio per questo, si limita a guardarla ogni tanto, per essere sicura di non avere comunicazioni ufficiali imperdibili, mentre, per le cose che contano, ha venduto i suoi dati (come tutti) allo zio google e a gmail.
Sorvola su insulti e parolacce: rimboccandosi le maniche la 'povna si è mossa per farla riattivare. Nel processo, messaggi futuristici come "lei non risulta esistente" si sono alternati con precisione irenica a frasi del tipo: "il suo indirizzo e-mail è già presente nel sistema". Alla fine, dai dai, ovviamente ce l'ha fatta. E, con quelle quattro orette di ritardo (perché il ministero nel frattempo si era perso il messaggio di conferma), è venuta a capo dell'enigma burocratico, preparando in bell'ordine sul tavolo documenti e fotocopie da far firmare. In tutto questo, tra una scartoffia e l'altra, le si è pure staccato mezzo dente, anche se la 'povna, pur con riluttanza, ammette che questo (e solo questo) non è colpa del ministero della pubblica (?) istruzione.
Intanto - mentre corre dal dentista e aspetta, con la calma ineluttabile di chi ha visto succedere di tutto, l'ultima fase, direttamente a scuola - le arriva (con un giorno di ritardo) il mail di risposta dall'assistenza tecnica (che aveva contattato all'inizio del suo lungo viaggio, per la questione dell'e-mail). Il quale recita, soave e accomodante: "Se non si ricorda la password [e, nota bene: la 'povna se la ricordava benissimo, il problema è che era stata cambiata, d'ufficio, dal sistema], le consigliamo di rivolgersi, per tempo, alla segreteria della sua scuola".
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