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Caccia all'Airone, parte seconda

Creato il 31 gennaio 2012 da Rightrugby
Caccia all'Airone, parte seconda All'incirca un anno fa, avevamo pubblicato questo post nel quale il presidente degli Aironi, Silvano Melegari, raccontava com'era nata la franchigia, soprattutto dal punto di vista dello sforzo economico. "Alla fine gli Aironi hanno spiccato il volo, con un budget di 7.500.000 di euro, le cui voci hanno un peso decisamente diverso rispetto al caso d’Oltremanica. Il 65% dei ricavi arriva da sponsor e pubblicità, solo il 5% da incassi e abbonamenti. Un altro 5% giunge dal merchandising. Il 65% dei costi invece viene assorbito dal personale", si legge nell'articolo già pubblicato sul quotidiano on line Linkiesta.
Poco più tardi, i nodi iniziarono a venire al pettine, con il numero uno dei mantovani che cominciò a levarsi qualche sassolino dalla scarpa e a richiamare alle proprie responsabilità i cosiddetti soci parmensi che stavano facendo venir meno il loro impegno economico - eccezion fatta per il Colorno - di fronte alle difficoltà del momento. Quando si è allo Zaffanella, capita di sentire un tifoso che urli "Forza Viadana!" durante la partita: si ride sotto i baffi, ma tutto sommato quel signore ha pure le sue ragioni a incitare la squadra in questo modo. 

Alla luce degli  ultimi eventi e delle ultime dichiarazioni di Melegari che è evidentemente stanco di sostenere i costi della società (che quest'anno deve fare a meno dello sponsor Montepaschi dal momento che il Pro12 è sponsorizzato dalla RaboDirect e due banche nello stesso pollaio non vanno d'accordo), si vocifera che il volo degli Aironi sia giunto a conclusione. Nel frattempo, c'è sempre chi mette in circolo il nome del sostituto designato di coach Rowland Phillips, che invece è destinato a rimanere dov'è fino alla fine della stagione, scatenando ulteriormente il fastidio dei vertici della franchigia. 

La gestione degli Aironi ha chiaramente qualche manchevolezza, ma si tratta di capirne le cause. Un esempio su tutti: le trasferte a Monza per l'Heineken Cup. "Ci tocca essere là due giorni prima", ha riferito all'inizio del torneo un tale che orbita attorno alla squadra. "Beh, siete voluti andare in Brianza...". "Voluti... Ci hanno obbligato". 
Dopo tutto, sono o non sono gli Aironi una franchigia lombardo/emiliana? Hanno o non hanno il mandato federale (il feudo parmense) per partecipare alla Celtic League? Devono quindi volare da un nido all'altro e il Brianteo è uno di questi: 8.000 spettatori, certo una bella cifra. Il regime pieno dello Zaffanella è di 6.000 posti, eppure spesso è pieno a metà o meno. Ma va portato il rugby nella grande città (Monza, nemmeno Milano perché non c'è una struttura adeguata nel capoluogo lombardo), quindi Viadana abbandoni la tana e migri più a nord. 
Due stagioni per costruire una società ex novo sono pochi, lo sanno anche i sassi. A far calare sopra ai mantovani la scure ci ha pensato una serie di risultati negativi, tra cui uno 0-82 purtroppo da annali. I commentatori mainstream si sono scatenati, che d'altronde basta vedere finalmente un match in tv per farsi una chiara idea della situazione di una squadra (rimane questo dubbio: com'è che giocavano meglio con alcuni dei big impegnati con la nazionale alla Coppa del Mondo?). Gli Aironi sono l'agnello sacrificale di un progetto che sta andando a ramengo per forza di cose. Ed è onestamente un gran peccato. 

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