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Caccia alle streghe

Da Femminileplurale

Sabato 10 Dicembre è stata scritta a Torino una nuova pagina di vergogna di quel vangelo dell’odio che, da anni, sta diventando una vera e propria bibbia in mano al popolo italiano. Cos’è successo? Una ragazzina di 16 anni si vergognava di dire ai suoi genitori che aveva appena perso la verginità con il suo fidanzato, ed ha denucniato uno stupro ad opera di due ragazzi rom, abitanti di un campo nomadi poco distante. Sulle ali dell’emotività, e senza uno straccio di prova, si è organizata prima una fiaccolata “contro la violenza”(sic!), alla quale ha pensato bene di partecipare pure la dirigente del PD locale (aggiornamento: Si tratta di Paola Bragantini, segretario provinciale), poi un vero e proprio raid punitivo in pieno stile fascista, sembra promosso da frange estreme della tifoseria juventina, che ha visto almeno 500 persone addentrarsi nel campo armati di spranghe e taniche di benzina. Il risultato è stata la quasi completa distruzione delle abitazioni del campo, già abbandonato dai rom che erano stati avvertiti da alcuni residenti. Il fatto che l’accusa si sia rivelata completamente inventata già nelle prime ore della serata di Sabato, così come il tentativo, da parte del fratello della vittima, di comunicarlo alla squadraccia di “punitori”, i quali si sono ben guardati dal desistere dai loro propositi, sono solo particolari che rendono questa storia solo più crudele e gratuita, ma non ne cambiano la sostanza. Caccia alle streghe

Personalmente ritengo vergognoso il fatto che i mezzi di informazione si siano concentrati più sulla falsità dell’accusa che sulla assoluta gravità della reazione. Quello che nessuno ha avuto il coraggio di dire è che questo atto sarebbe stato altrettanto imperdonabile anche se lo stupro fosse avvenuto realmente. Il meccanismo malato che sta alla base di questo raid è quello di considerare una comunità diversa come un “loro” rispetto ad un “noi”, immaginario quanto efficace rispetto al modo in cui le persone pensano la composizione della società contemporanea. “Se uno dei loro tocca uno dei nostri, tutti loro devono pagare”: questa è l’idea che ha portato quelle fiaccole da una marcia contro la violenza ad una sua inaudita messa in atto, tanto più spaventosa perchè vera e propria infame legge di guerra applicata ad un tempo di pace. Quello era il ragionamento che i nazisti utilizzavano come fondamento morale e giuridico del massacro della popolazione inerme, rea di nascondere quelli che ai loro occhi erano criminali, ovvero i partigiani. Essendo parte dello stesso gruppo sociale, i compaesani erano passabili di ritorsioni, in quanto fondamentalmente consenzienti.

Caccia alle streghe

Da sempre si accusano i rom dei crimini più odiosi come ad esempio lo scippo ai danni di persone anziane o incinta o lo stupro di minorenni, e si citano questi atti per dimostrare, in definitiva, come i rom siano una sorta di malvagia specie subumana, sulla quale è giusto lasciar pendere una sorta di spada di Damocle, pronta ad abbattersi ogni qualvolta la gravità delle violenze sconfigga la facciata di tolleranza che assomiglia molto ad una guerra fredda. Ma il fatto che gli stessi odiosi crimini siano commessi anche e soprattutto da italiani, mostra chiaramente come l’ideologia stia a monte, non a valle del’atto violento. Detto diversamente, se un italiano scippa un’anziana è una persona che sbaglia, se lo fa un rom è un’indizio vivente della natura di “ladri” che contraddistimgue i suoi simili, che quindi gli sono fratelli nella colpa, e per questo vanno puniti. I politici, non solo di destra, impugnano questa ideologia perchè fornisce loro voti facili (vedi Alemanno), i giornali cavalcano l’onda dello sdegno perchè aumenta le vendite, e come risulato finale si ottiene una vera e propria caccia alle streghe, che come ci insegna la Storia non manca mai nelle epoche di difficoltà economiche. Se non riusciremo ad impedire che questo odio si diffonda tra le maglie della società, non potremo fare altro che assistere impotenti alla nascita un nuovo totalitarismo.


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