Gli autori di theHunter cambiano bersaglio e puntano alla preistoria
Con l'imminente uscita di Jurassic World nelle sale di tutto il mondo e la "presa" degli zombie sempre meno stringente sul pubblico, dopo aver letteralmente saturato il mercato, per anni, con prodotti perlopiù scadenti e commerciali, è facile immaginare che i dinosauri torneranno a prendersi il posto scippato proprio dai non morti, ovvero quello di nemesi per eccellenza in ambito videoludico assieme a mostri e alieni. Durante questo lungo periodo di quiescenza, solo il panorama indipendente ha cercato di tenere in alto l'onorabilità dei lucertoloni, attraverso produzioni che, tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi non sono state all'altezza delle aspettative degli appassionati. Chi ha scommesso qualcosina in più è stata la svedese Avalanche Studios, software house conosciuta per la celeberrima serie di Just Cause che, grazie alla sua costola Expansive Worlds focalizzata sui giochi online, ha deciso di esportare una parte della ricetta (vincente) di theHunter in un immaginifico universo preistorico. Così è nato theHunter: Primal, gioco di caccia con elementi survival approdato su Steam attraverso il consueto Accesso Anticipato e appena rilasciato nella sua forma completa, dopo tre intensi mesi di rodaggio e una serie di approfonditi aggiornamenti. Noi lo abbiamo seguito con costanza sin dal suo debutto accumulando oltre cento ore di gioco, e queste sono le nostre impressioni definitive.
twittalo! Expansive Worlds riscrive la ricetta di theHunter e va a caccia di dinosauri
Ci ha lasciato soli
Primal Eden è un pianeta assai lontano, difficilmente accessibile ma del tutto simile alla Terra, con l'unica differenza che qui, le lancette del tempo, sembrano essersi fermate tra i 65 e i 145 milioni di anni fa, ovvero in pieno Cretaceo, terzo periodo dell'era Mesozoica dominata da rettili colossali. L'uomo, come nel più classico dei film fantascientifici, ha esaurito incoscientemente le risorse del globo terracqueo, e deve necessariamente colonizzare nuovi mondi per continuare a sopravvivere. Primal Eden è un bersaglio papabile, ma è tremendamente ostile, e a qualcuno spetta l'arduo compito di creare una testa di ponte per avviare l'invasione. I pionieri coinvolti non sono esattamente coraggiosi volontari, ma soggetti con qualche scheletro di troppo nell'armadio, lanciati in avanscoperta sul pianeta (con una sonda) al fine di espiare i propri peccati e rendersi utili all'umanità.
Questo, a grandi linee, è l'incipit della trama che sostiene theHunter: Primal, pur trattandosi di un semplice pretesto narrativo per proiettare il giocatore in questo mondo spietato, ove le uniche avvisaglie di una labile storia possono essere rintracciate sui datapad abbandonati, mentre le emozioni forti sono delegate alla sopravvivenza, all'esplorazione e al rumore delle armi. I ventiquattro chilometri quadrati che compongono la mappa offrono uno spaccato credibile di quel che poteva essere la Terra nel Cretaceo, un ambiente nel quale è possibile inoltrarsi da soli o, ancor meglio, in compagnia, per dare la caccia ai dinosauri e finanche ad altri gruppi di pionieri, qualora si fosse impostata la modalità PvP, un dettaglio che cambia sostanzialmente le carte in tavola e l'approccio alla partita. In theHunter: Primal non ci sono obiettivi specifici, l'unico scopo è dunque sopravvivere, cercando di svelare tutti i punti d'interesse della mappa e nel contempo abbattere i coriacei bestioni, che forniscono trofei e punti di esperienza, utili per far salire di livello il proprio personaggio. Lo strumento principale per orientarsi nel mondo di gioco è il Settlermate, un rilevatore portatile che indica sulla mappa le tracce degli animali - esattamente come in theHunter - suffragandole con varie informazioni, oltre che gli insediamenti abbandonati, le preziosissime casse ed eventuali zaini di pionieri deceduti. Il recupero di armi, munizioni e suppellettili varie va fatto direttamente sul campo, poiché al primo avvio e quando si muore, se non si hanno denaro ed esperienza sufficienti per fare acquisti nel negozio virtuale, ci si può affidare al solo machete di fortuna. Quest'arma, utile in particolar modo contro i piccoli Velociraptor (in Jurassic Park avevano questo nome ma la stazza era quella dei più grossi Deinonychus), è stata introdotta solo con uno degli ultimi aggiornamenti, dato che nelle build precedenti il primo strumento di offesa era un arco ricurvo con dieci frecce, assai poco versatile per difendersi dagli animali e attaccarli. Al primissimo avvio e dopo esser stati uccisi la mappa si presenta completamente oscurata, e si dipana poco a poco esplorandola o raccogliendo i preziosi chip da inserire nel Settlermate; essi indicano i cosiddetti punti di interesse, aree speciali ove generalmente si trovano l'equipaggiamento migliore e strutture per proteggersi. Tra gli oggetti che possono essere raccolti, al di là di quelli naturali come i sassi, utili per creare diversivi, i funghi per curarsi (attenti a quelli velenosi!) e le uova di dinosauro, che ripristinano l'energia ma attirano ospiti indesiderati, nelle casse disseminate nell'ambiente possiamo trovare spray medici di varia efficacia, binocoli, capi d'abbigliamento che migliorano la mimetizzazione, richiami per animali ma soprattutto armi, munizioni e mirini. L'arsenale non è vastissimo e non comprende armi automatiche: ci sono una sola pistola, ispirata alla 44 Magnum, e fucili a colpo singolo di varia potenza, che ben si integrano con lo spirito di un gioco fondamentalmente legato alla caccia. Il .308 è un fucile da cecchino piuttosto versatile, soprattutto quando munito di ottica, mentre lo shotgun 12GA con doppia tipologia di pallettoni è letale soprattutto sulle brevi distanze; il .700 è l'arma più potente del gioco, una doppietta difficilissima da reperire così come i suoi proiettili, e ancor più raro è lo sniper calibro 50, introdotto con uno degli aggiornamenti più recenti. Purtroppo non si può portare nello zaino tutto ciò che si trova e desidera, dato che l'inventario ha un numero di slot predefinito e non si può superare un determinato peso, ciò nonostante, una volta equipaggiata una bocca da fuoco (con munizioni sufficienti) è possibile cambiare la propria prospettiva, da preda a predatore. theHunter: Primal - Il trailer di lancioClever girl
Uno dei difetti principali di theHunter: Primal è il numero di specie animali con cui al momento è possibile interagire, cioè soltanto cinque, delle quali una è praticamente un "doppione" in versione ridotta e un'altra, introdotta con l'aggiornamento di lancio, ha minato sensibilmente gli equilibri del titolo - scatenando l'ira dei giocatori sul forum di Steam - sino al rilascio di una repentina rettifica. Procediamo con ordine. Gli Utahraptor sono in pratica i Velociraptor di Jurassic Park: predatori bipedi di medie dimensioni, questi temibili dromeosauridi cacciano solitamente in branco, richiamano i propri simili con versi specifici e accerchiano il giocatore con manovre rapide. Sono i dinosauri più diffusi in theHunter: Primal e rappresentano una grave minaccia quando si è disarmati, mentre si possono affrontare agevolmente imbracciando un fucile. Benché la loro intelligenza artificiale sia sensibilmente migliorata rispetto alle prime build, continuano ad avere qualche problema con gli elementi dello scenario, in particolar modo quando il giocatore sale su grossi sassi e tronchi per difendersi.
I Velociraptor, introdotti di recente, non sono altro che una versione in miniatura degli Utahraptor: cacciano in branchi più numerosi e pur avendo attacchi peculiari, come quello in salto utilizzando l'artiglio del secondo dito del piede (una tecnica messa in discussione dai paleontologi), non sono un grosso pericolo, e possono essere facilmente eliminati con qualsiasi arma a disposizione, compresi arco e frecce (talvolta efficaci anche con gli Utahraptor) e machete. I triceratopi sono gli unici erbivori di theHunter: Primal, e il loro comportamento è stato più volte revisionato dagli sviluppatori. Nell'ultima build sono animali generalmente timorosi, che scappano non appena avvertono la nostra presenza, tuttavia, avvicinandosi troppo o ferendoli, possono infuriarsi e caricare con le loro temibili corna. Il Tirannosauro non ha bisogno di presentazioni, è il dinosauro teropode per eccellenza e una vera e propria nemesi all'interno del gioco: difficilissimo da abbattere anche quando si è in gruppo, questo grosso e minaccioso rettile (spaventoso il rumore dei suoi passi) è stato aggiornato diverse volte, soprattutto dal punto di vista della distribuzione geografica. Essendo in grado di uccidere con un singolo, poderoso morso, va approcciato con estrema cautela, ed è preferibile attaccarlo con alberi cavi nelle vicinanze ove proteggersi, mentre se lo si vuole semplicemente eludere, strisciare nell'erba alta è l'unica opzione percorribile. La sua IA, purtroppo, pur essendo migliorata, presenta ancora diverse criticità; può ad esempio restare immobile sopra di noi per interi minuti mentre siamo sdraiati, oppure rimanere incastrato in qualche elemento dello scenario. La specie che ha generato più problemi, fortunatamente rettificati, è il Quetzalcoatlus, uno pterosauro (rettile volante) introdotto con l'aggiornamento di lancio che, a causa del suo metodo di attacco e dell'hitbox talvolta impreciso - un difetto che coinvolge anche altre specie - ha letteralmente inficiato gli equilibri del gioco. Questo animale vola in circolo, e quando individua il giocatore non fa altro che tentare di ghermirlo in picchiata, portarlo in cielo con le sue possenti zampe e infine farlo ricadere al suolo da altezze impressionanti. Prima della patch risolutiva ce n'erano troppi, e poiché pressanti e difficili da abbattere, portavano il livello di sfida (già elevato) oltre la frustrazione, anche perché talvolta rendevano irrecuperabile lo zaino con l'equipaggiamento. Con l'ultimissima patch sono stati "confinati" nell'area attorno al vulcano, e inoltre non si compenetrano più con gli alberi e col terreno come avveniva in precedenza, rendendo la loro presenza molto più appagante ed equilibrata. Nonostante la "stupidità" dei dinosauri e i vari bug che li riguardano, che si spera continueranno ad essere limati, la caccia in theHunter: Primal richiede sempre un approccio paziente e ragionato, ed è in grado di regalare grandi soddisfazioni e ore di divertimento, soprattutto quando si gioca in compagnia.Paradiso preistorico
La solidità del netcode, che provocava diversi crash nelle vecchie build, con gli ultimi aggiornamenti è stata sensibilmente migliorata, e se fino a un mesetto fa c'erano problemi persino a creare sessioni visibili, a causa delle porte del router da aprire (una pratica non sempre funzionante) e ping fluttuanti, adesso le partite risultano decisamente più stabili e prive di lag, anche quando si gioca in sedici divisi per squadre. Mancano, purtroppo, i server dedicati, ma ce ne sono tantissimi privati in cui poter accedere. La mappa del gioco, come specificato, è enorme, ma soprattutto è meravigliosa da vedere e vivere, grazie alla resa della vegetazione e agli splendidi effetti di luce che esaltano gli scorci più suggestivi, magari al tramonto con l'oceano che si staglia sullo sfondo.
Ad impreziosire ulteriormente l'impatto visivo e il realismo dell'ambientazione preistorica, dominata da felci e grandi conifere, ci sono anche il meteo dinamico e il ciclo giorno-notte, che esaltano la drammaticità delle fasi esplorative. Al di là di insetti e alcuni piccoli e rari animali, purtroppo la mappa risulta praticamente "deserta", e si avverte l'assenza di una fauna più variegata e coerente, anche in termini prettamente ecologici. I pochi dinosauri presenti, infatti, non interagiscono fra loro, inoltre mancano all'appello tantissime specie "iconiche" che gli appassionati avrebbero voluto vedere in una produzione del genere. Stegosauri, brachiosauri, adrosauri e apatosauri, giusto per citarne alcune, sono tutte specie che, in un modo o nell'altro, pur non essendo tutte del Cretaceo avrebbero reso lo scenario decisamente più affascinante, oltre che aumentato il numero di prede a disposizione. Ci si augura che nuovi animali verranno introdotti in futuro e gratuitamente, ma vista l'esperienza con theHunter è difficile essere ottimisti, pur non essendo attualmente contemplate microtransazioni. I modelli poligonali dei dinosauri sono splendidi, raffinati nel corso del tempo con nuove texture e colorazioni e plasmati secondo le più recenti teorie paleontologiche: anche le animazioni sono generalmente valide, tuttavia non mancano compenetrazioni poligonali, comportamenti inverosimili in presenza di rocce e pendenze e qualche sbavatura nelle rifiniture. Ottimi invece gli effetti sonori, sia per il timbro delle armi che per i versi degli animali, ben diversificati fra le varie specie e contestuali alla situazione, con richiami che indicano un imminente attacco o la ricerca. La colonna sonora, al di là del brano che accompagna il menù principale del gioco, è praticamente inesistente, e l'intera atmosfera è sostenuta da efficaci suoni ambientali come il frinire dei grilli, il vento e altri fenomeni naturali.Requisiti di Sistema PC
- Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 8.1
- Processore: Intel Core i7-4790 3,60 GHz
- Memoria: 8 GB RAM
- Scheda Video: Msi Geforce GTX 980
- Requisiti Minimi
- Sistema Operativo: Windows ® 8/7/Vista/XP
- Processore: Intel 3 GHz o AMD Dual Core
- Memory: 4 GB RAM
- Scheda video: NVidia GeForce 8800, ATI/AMD Radeon HD 2400 (NVidia GeForce 8800, ATI/AMD Radeon HD 2400)
- Hard Disk: 3 GB di spazio disponibile
Pro
- La mappa di Primal Eden è enorme
- Resa della vegetazione e sistema d'illuminazione
- Giocato in compagnia è appassionante
- Atmosfera incredibilmente realistica
Contro
- Intelligenza artificiale problematica
- Cinque specie sono troppo poche
- Qualche animazione poco naturale
- Hitbox non sempre precisi