Il rischio di restare “impallinati” da un proiettile destinato magari a una quaglia o a un cinghiale non è più- visti i numerosi casi di incidente- uno spunto per commedie o barzellette: più o meno tutti, durante una passeggiata in campagna, si sono ben guardati dal non entrare in zona di caccia, e non finite tra il fuoco incrociato di cacciatori bramosi di abbattere qualsiasi cosa si muova.
E così questo dicembre si sono tirate le somme e la Forestale della provincia di Alessandria si è mobilitata per monitorare e verificare il corretto svolgimento dell’attività venatoria sul territorio. Decine e decine di “raid” nel Monferrato, dal Tortonese all’Ovadese, su tutta l’area dell’Alessandrino e lungo le campagne del Piemonte orientale, per un controllo di oltre 100 cacciatori. E le infrazioni non sono, ahinoi, mancate: rilevati moltissimi strappi alle regole, tra cui l’uso di radio ricetrasmittenti per fini venatori, il mancato rispetto delle distanze di sicurezza da strade e abitanti, la mancanza di indumenti ad alta visibilità, la caccia in aree incendiate e chi più ne ha più ne metta. Il tutto ammonta ad un totale di oltre 5000 euro di sanzioni amministrative.
Che i cacciatori non siano la categoria più disciplinata dell’universo non è una novità, ma occorrono ulteriori provvedimenti per limitare al minimo danni a paesaggio, cose, persone e- paradossalmente- animali.