29 luglio 2013 Lascia un commento
Sono anche grandi amici, vicini di casa, compagni da una vita ed inseparabili per quanto uno italiano e l’altro ebreo.
Una scommessa del boss non piazzata ed improvvisamente si trovano debitori nei suoi confronti di 250 mila dollari.
Una fuga che sa di viaggio della speranza verso casa di uno zio di famiglia, consolidera’ la loro amicizia finche’ morte… non li separi.
Pellicola poco dark e molto commedia uscita nel 1986 in ritardo di venticinque anni e forse nemmeno allora avrebbe fatto ridere piu’ di tanto.
Buddy movie dallo humor leggermente grasso ma tutto sommato garbato per quanto la macchietta se diventa burattino, va bene al circo non al cinema.
Il tentativo di parodiare gli italoamericani mafiosi giocando col passato cinematografico di Coppola, Scorsese, del quale ha invitato i genitori in una particina, fallisce pero’ sull’eccesso.
Con la malavita tanti altri ci hanno scherzato e con risultati ben piu’ convincenti.
De Palma sa cavalcare l’onda del divertimento, forse il suo non sara’ l’ammuffito cabaret ebraico newyorkese e l’unto sugoso delle sue origini non si nasconde ma anche la farsa ha le sue regole e una di queste e’ l’originalita’:
Ad ogni modo DeVito recita DeVito, Piscopo e’ li e non si sa bene che ci stia a fare, Lou Albano e’ il solo ad avere una caratterizzazione propria e Harvey Keitel si allena per il tarantiniano signor Wolf .
Un ultimo appunto, per quanto tutto da verificare, e’ sul doppiaggio. Praticamente non c’e’ uno che non urli dall’inizio alla fine, abitudine infausta del sud Italia che ci contraddistingue all’estero ma servirebbe seguire il film in lingua originale per capire se questa e’ effettivamente una caratterizzazione voluta dal regista o e’ scappata la mano ai nostri doppiatori.
Passare oltre.