Issa si impappina sulla linea di porta e non evita il 3-0
Chissà se a distanza di tanti anni Pierre Issa rimpiange più l’aver infilato la sua porta due volte nel corso di Francia-Sud Africa o l’entrata in vigore, proprio nel 1998, della direttiva FIFA, che privilegiando gli autori dei tiri che finiscono in gol, ha di fatto privato il difensore sudafricano dell’onore di essere il primo atleta ad aver realizzato un’autodoppietta in un match valido per la fase finale di un mondiale.[1]
A parte la boutade, la decisione di non punire più con l’onta dell’autogol chi devia fortuitamente un tiro e lo fa finire nella propria porta o chi sulla linea tenta un disperato salvataggio, ha alla lunga determinato una vera e propria rivoluzione nel modo con cui giornalisti e tifosi annotano nella propria memoria ciò che accade sui campi da gioco. E se rendessimo il processo retroattivo, vedremmo come alcuni episodi che riguardano il calcio italiano del passato ne uscirebbero ridimensionati.
Ad esempio, il Catania a San Siro contro l’Inter nel 1961 si sarebbe inflitto solo due autoreti e non quattro (e magari Herrera non avrebbe dato dei postelegrafonici ai siciliani) e Sua Maestà Franco Baresi non comparirebbe neanche una volta nel tabellino della rocambolesca Pescara-Milan 4-5 del 13 settembre 1992.[2] Ma, soprattutto, un altro grande libero del passato, Sandro Salvadore, non sarebbe ricordato come quello che in nazionale segnò due volte a Zoff in due minuti, ma solo come uno dei circa venti azzurri che hanno provocato un autogol.
Sandro Salvadore (1939-2007)
Nato nel 1939, Salvadore ha una fulminante carriera che lo porta a 19 anni a debuttare in A con la maglia del Milan, a 21 anni a indossare la prima maglia azzurra, a 23 anni a partecipare alla pessima trasferta mondiale cilena e, poi, a vestire la maglia della Juventus con cui giocherà 331 partite in A e vincerà 5 scudetti diventando una leggenda che solo Scirea farà passare in secondo piano.
Ancora un terribile mondiale (1966) e poi l’oro agli Europei del 1968 con Valcareggi come commissario tecnico che, però, non lo considera titolare inamovibile. Arriviamo così al triste epilogo di una grande avventura, che vale la pena di raccontare, anzi di far raccontare a chi quel giorno l’ha vissuto, come gli autori de Il Libro Azzurro del Calcio Italiano.
Era in programma a Madrid il 21 febbraio 1970 la penultima amichevole che l’Italia disputava in preparazione per la fase finale dei campionati mondiali che in estate si svolgevano in Messico. Dopo undici minuti Anastasi metteva a segno la prima rete, imitalo al 18′ da Riva e perciò l’Italia conduceva per 2-0 sulla Spagna. Sembrava la premessa ad una vittoria a largo punteggio. Invece, in due minuti gli iberici raggiungevano il pareggio per due malaugurate autoreti di Salvadore: la prima al 23′, su un facile tiro in diagonale del capitano spagnolo Amando il ginocchio sinistro di Salvadore deviava nettamente il tiro dalla parte opposta dove era piazzato Zoff; al 25′ su un breve traversone dell’interno sinistro Anela, spostatosi momentaneamente a destra, Salvadore toccava, forse con l’intento di deviare in calcio d’angolo, infilando la propria rete, non accorgendosi che dietro di lui Zoff si era già proteso nel tentativo dì parata sul tiro dello spagnolo. La partita si concluse praticamente li, al 25′ del primo tempo, un 2-2 che doveva rimanere tale sino al 90′. Per Salvadore doveva essere la partita del… licenziamento. Fu cancellato così, un decennio circa di attività azzurra di Salvadore: 36 partite, di cui ben 17 da capitano, con un bilancio dì 21 vittorie, 5 pareggi e 7 sconfitte.[3]
federico
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[1] 12/06/1998, Mondiale 1998, Gruppo C, 1° giornata: Francia-Sud Africa 3-0. Reti: Dugarry 36′-aut. Issa 77′- Henry 90′(2′ rec.). Issa prima mette fuori causa il suo portiere deviando volontariamente un tiro di Djorkaeff, poi intercetta maldestramente sulla linea il tiro indirizzato da Henry senza evitare il gol
[2]Franco Baresi devia in porta all’11′ una punizione di Nobile e tre minuti dopo un tiro dal limite di Allegri
[3] Il Libro Azzurro del Calcio Italiano, di Pericle Fratelli e Pasquale Scardillo