Il 17 maggio 1990 l’omosessualità viene eliminata dalla lista delle malattie mentali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il movimento per i diritti degli omosessuali nasce ventun anni prima, il 28 giugno del 1969, quando una folla esasperata scende per le strade della Grande Mela per protestare contro l’ennesimo abuso della polizia newyorchese ai danni della comunità omosessuale, la retata al locale gay Stonewall Inn. Il 28 giugno diventerà il Pride, il giorno dell’orgoglio LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender); il 17 maggio la giornata mondiale della lotta all’omofobia e alla transfobia.
La Queeresima è il progetto con cui l’ARC, associazione sarda che difende e promuove i diritti LGBT, intende collegare le due date: più di quaranta giorni di dibattiti, proiezioni, convegni, mostre e spettacoli sparsi per la città di Cagliari che si pongono l’obiettivo di approfondire i temi e i problemi cari al movimento, molto spesso ignorati o compresi solo superficialmente.
“Queeresima” deriva da “queer”, termine inglese che significa “eccentrico”, “strano”, usato in maniera dispregiativa nei confronti delle persone che non hanno l’orientamento sessuale o l’identità di genere dominanti. Qualcosa di simile all’italiano “frocio” nei confronti dei soli omosessuali.
Proprio gli attivisti dei movimenti oggetto dell’insulto iniziano a usarlo per definirsi, riappropriandosi così di una parola che non dovrebbe avere nulla di offensivo, ma sopratutto andando oltre la divisione classica in LGBT, nell’idea che le categorie non siano che la semplificazione delle infinite sfumature dell’identità e dell’orientamento di ogni singolo individuo. “Queer” non è un insieme di vari gruppi, ma un concetto più fluido, che rifiuta ordini e classificazioni.
“Queeresima” perché ci sono quaranta giorni di riflessioni tra le due date. Un nome che può apparire provocatorio, per i suoi rimandi religiosi. In effetti, nel documento politico dell’evento la redazione scrive “il focus, neanche a dirlo, è il rapporto fra religione e discriminazione”, ma non bisogna farsi ingannare “Chi si aspetta una lotta senza esclusione di colpi resterà deluso. Chi cerca la guerra resterà disarmato”. La Queeresima scandaglierà i rapporti che intercorrono tra tradizione, religione e genesi del pensiero omofobo, ma i suoi attacchi non saranno gratuiti. Le critiche serviranno per crescere e capire, per approfondire un discorso spesso preda di facili semplificazioni.
Vedere i ragazzi dell’ARC al lavoro è stata per me una piccola iniezione di fiducia nell’umanità. Sono stato contattato insieme agli altri compagni del collettivo studentesco di cui faccio parte per approfondire la tematica dell’omofobia all’interno dell’ambiente scientifico: trovarsi di fronte alla macchina organizzativa, per uno che viene da una piccola associazione, è qualcosa di impressionante, sopratutto se si pensa come questa sia nelle mani di giovani che nella mente di qualche ministro e segretario appartengono a una generazione di bamboccioni ignoranti. È l’impressione che lascia un lavoro di organizzazione lungo un anno, con discussioni interne, ricerca di contatti, eventi di autofinanziamento.
“Lo sforzo di ARC e di questa redazione è un umile lavoro nel sottobosco intellettuale, per mettere a confronto posizioni a volte contraddittorie, a volte perfino grottesche”. Sbirciando il calendario si capisce che le sfumature care agli organizzatori non sono solo quelle del genere e dell’orientamento sessuale, ossia quelle interne all’universo queer, ma anche quelle esterne, i diversi punti di vista, gli interessi, le competenze dei vari soggetti che sono stati invitati a partecipare: scrittori, artisti, compagnie teatrali, come i Menestrelli, che mercoledì 6 giugno porteranno in scena lo spettacolo “Io sono nato così”, o la compagnia Ferai Teatro, che il 29 giugno si esibirà in “Porno Gay”; circoli cinefili come FICC, ARCinema e Alice Guy, che organizzeranno proiezioni sul tema durante tutta la manifestazione, tra cui due proiezioni sui fatti di Stonewall e il documentario “Fuori!” sul primo movimento di liberazione omosessuale d’Italia; associazioni come noi del Collettivo Redshift, che il 7 giugno terremo il convegno “Il sottoinsieme LGBT della comunità scientifica internazionale. Dalla figura di Alan Turing agli scienziati queer dei giorni nostri”, L’UAAR, che il 16 giugno terrà il convegno “L’eclissi di Dio.”, ospiti Raffaele Carcano e Don Franco Barbero.
Il progetto ambizioso è quello di rappresentare un mondo nelle sue varie sfaccettature, di parlare dell’essere queer non come molto spesso si fa come soggetto isolato, ma come persona che subisce i normali problemi del mondo in aggiunta alle discriminazioni.
La data di inizio degli eventi è il 17 maggio. Sabato 19 maggio segnerà l’apertura ufficiale della Queeresima, con la fiaccolata in ricordo delle vittime dell’omofobia e della transfobia.
Il percorso si concluderà il 30 giugno, data del Pride cagliaritano. È invitato chiunque senta le discriminazioni ai danni delle persone queer come un’ingiustizia da cancellare. La speranza è che la coscienza dell’importanza della lotta a queste discriminazioni persista oltre quella data.
Siateci tutti, siateci sempre.
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