Cagliari: sciopero generale della Sardegna. Un successo

Creato il 11 novembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Cagliari: sciopero generale della Sardegna. Un successo. Foto Facebook: Silvia Doneddu

Cagliari, uno degli scioperi generali più partecipati degli ultimi anni. Alla manifestazione indetta da Cgil, Cisl, Uil, ha aderito anche Confindustria,ma anche tantissime altre sigle sindacali, al corteo non sono mancati i Sindaci ed il presidente dell’Anci, così come in oiaza sono scese le Province e tutti i partiti del centrosinistra. In Sardegna urgono misure reali atte a contrastare la crisi economica in cui versa la regione. Si attendevano circa 40mila partecipanti invece il capoluogo sardo è stato invaso da ben oltre 60mila manifestanti, il corteo ha paralizzato ed al contempo colorato ed animano Cagliari. Tutte le vertenze isolane riunite in piazza, a partire dall’Alcoa di Portovesme alla Vinyls di Porto Torres, ai marittimmi della Enermar, sino a giungere  ai lavoratori dei Centri dei servizi per il lavoro che rischiano la disoccupazione. E poi, artigiani, studenti, i giornalisti della FNSI. Curioso e altamente polemico è uno degli strisiconi del PD sardo “I ristoranti sono pieni ma la Caritas di piu”, interessanti anche le simulazioni sceniche di pensionati barellati. Alla fine del corteo si è tenuto un comizio di piazza in cui i segretari generali delle 3 sigle promotrici hanno ribatito la necessità di un cambio di marcia per il governo regionale ma anche per quello nazionale. Il segretario della Cisl, Mario Medde ha commentato ”Una manifestazione che non ha precedenti anche rispetto a quelle degli scorsi anni . E’ un segnale forte ai governi nazionale e regionale per cercare di garantire all’Isola un cambiamento nelle politiche di sviluppo e di lavoro: o si cambia o chi governa ne tragga le debite conseguenze e lasci spazio”. Enzo Costa, segretario della CGIL invece ha dichiarato: , “la Regione è molto lontana dai problemi dei sardi, vive una vita di palazzo e porta avanti politiche a spot che non risolvono i problemi, mentre occorre mettere in prima linea i bisogni dei cittadini come stiamo facendo noi oggi”. Francesca Ticca, segretaria della Uil, nel suo intervento invece va a caccia si  ”fuori dagli schemi attuali, politiche concrete che riguardano il lavoro e non chiacchiere e ammortizzatori sociali. Il popolo dice basta. In caso contrario ognuno tragga le sue conclusioni”.


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