PERSONAGGI (Cagliari). Come somiglia a suo padre, Daniele Conti, gli somiglia da matti. Nelle parole, poche e di senso, nei gesti, sempre calmi, nel modo di interpretare il calcio, tanto estroso in campo, quanto lineare e low profile fuori. Daniele è il capitano del Cagliari e da capitano parla sempre. Però intenerisce il pensarlo, anche se poteva calcare qualsiasi palcoscenico top della serie A, nel cuore della Sardegna, bandiera di un Cagliari che è sempre stato casa sua, un edificio buono anche per dire “io sono io e non sono mio padre”. Insomma, Daniele Conti ha messo tra sé e il fantasma, l’ingombrante orma di suo padre, campione inarrivabile, nientemeno che il mare. Domani, però, potrà calmarsi, finalmente, perché entrerà come suo padre nella storia, anche se è quella di un club diverso dalla Roma. Ecco il dato statistico: diventerà, con 405 presenze, il giocatore che ha disputato il maggior numero di partite nel club sardo. Da capopopolo qual è, ha santificato questo traguardo con una dichiarazione forte sul caso dello stadio del clun rossoblu: “Che un club come il nostro non abbia un suo stadio, una casa dove giocare e far vivere ai tifosi le emozioni che meritano è vergognoso”. Chi è da 14 anni l’anima del Cagliari si può permettere questo e altro modo di dire. “A Nettuno, il paese dove sono nato, stanno rimettendo a posto lo stadio. Andiamo lì a giocare? Beh, scherzi a parte spero che si risolva la cosa perché, insomma, il mio pubblico merita rispetto e noi meritiamo di giocare a casa nostra. Mi spiace molto per i tifosi che, come sempre, sono quelli che pagano il conto di questo casino”. Daniele Conti, il leader silenzioso, ha parlato. E si è sentito bene.
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PERSONAGGI (Cagliari). Come somiglia a suo padre, Daniele Conti, gli somiglia da matti. Nelle parole, poche e di senso, nei gesti, sempre calmi, nel modo di interpretare il calcio, tanto estroso in campo, quanto lineare e low profile fuori. Daniele è il capitano del Cagliari e da capitano parla sempre. Però intenerisce il pensarlo, anche se poteva calcare qualsiasi palcoscenico top della serie A, nel cuore della Sardegna, bandiera di un Cagliari che è sempre stato casa sua, un edificio buono anche per dire “io sono io e non sono mio padre”. Insomma, Daniele Conti ha messo tra sé e il fantasma, l’ingombrante orma di suo padre, campione inarrivabile, nientemeno che il mare. Domani, però, potrà calmarsi, finalmente, perché entrerà come suo padre nella storia, anche se è quella di un club diverso dalla Roma. Ecco il dato statistico: diventerà, con 405 presenze, il giocatore che ha disputato il maggior numero di partite nel club sardo. Da capopopolo qual è, ha santificato questo traguardo con una dichiarazione forte sul caso dello stadio del clun rossoblu: “Che un club come il nostro non abbia un suo stadio, una casa dove giocare e far vivere ai tifosi le emozioni che meritano è vergognoso”. Chi è da 14 anni l’anima del Cagliari si può permettere questo e altro modo di dire. “A Nettuno, il paese dove sono nato, stanno rimettendo a posto lo stadio. Andiamo lì a giocare? Beh, scherzi a parte spero che si risolva la cosa perché, insomma, il mio pubblico merita rispetto e noi meritiamo di giocare a casa nostra. Mi spiace molto per i tifosi che, come sempre, sono quelli che pagano il conto di questo casino”. Daniele Conti, il leader silenzioso, ha parlato. E si è sentito bene.
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