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Cairo: ''Avanti con i talk su La7 ma apriamo ad intrattenimento''

Creato il 19 marzo 2015 da Digitalsat

Cairo: ''Avanti con i talk su La7 ma apriamo ad intrattenimento''«Abbiamo intenzione di andare avanti con i talk show, anche perché più che di crisi dei talk si deve parlare di crisi dei programmi con meno idee. Ciò non vuol dire che non apriremo a generi diversi. Pensiamo a una tv dove ci sarà l'approfondimento delle informazioni con grande cura e controllo, ma anche programmi di intrattenimento per fornire una serie di alternative ai nostri telespettatori, con un buon bilanciamento dei contenuti».
Il patron di La7 Urbano Cairo delinea la strategia per la prossima stagione in un'intervista con l'ANSA, nella quale difende la scelta di chiamare Giovanni Floris sulla sua rete, dopo le critiche di inizio stagione. «C'è grande soddisfazione per il risultato di diMartedì» afferma l'editore, commentando i risultati di ascolto di ieri: il programma ha totalizzato uno share del 5,92% (1 milione 360 mila telespettatori), contro il 5,52% di Ballarò (1 milione 315 mila).
«La soddisfazione - spiega - è ancor maggiore se penso a quello che scrissero dopo la prima puntata, quando il programma faceva il 3,5% e c'era chi criticava l'arrivo di Floris a La7». «Da una parte un programma, Ballarò, che esiste da 12 anni - prosegue -, dall'altra una trasmissione giunta appena alla 25/a puntata. Essere arrivati a totalizzare il 6% con una certa regolarità, superando Ballarò anche in termini assoluti nel periodo di sovrapposizione, è un risultato rimarchevole».
Floris potrebbe anche avere nuovi spazi a partire dalla prossima stagione, dopo la breve esperienza di diciannovEquaranta, la sostituzione di Lilli Gruber a Otto e mezzo e l'idea, per ora rimasta nel cassetto, di un programma in access prime time il sabato. «Abbiamo preferito concentrarci su diMartedì e far raggiungere a diMartedì i risultati che merita - sostiene Cairo -. Una volta fatto questo penseremo a delle cose in più».
Cairo ricorda che «diMartedì è penalizzato dalle maggiori interruzioni pubblicitarie» ed interviene sulla proposta di Renzi, nell'ambito della riforma della Rai, di una rete di cultura senza pubblicità. «Va bene la proposta di una rete senza pubblicità, ma sulle altre reti, ove ci fosse la pubblicità, occorrerebbe consentirla solo fino alle 20 come accade in alcune tv pubbliche europee. Qualcuno mi deve spiegare - prosegue Cairo - perché dobbiamo essere costretti a competere con una società che ha un vantaggio enorme rispetto a noi perché può contare, oltre che sulla pubblicità, sulle risorse del canone che ammontano a 1,6 miliardi. In Europa la Bbc non ha pubblicità, la tv pubblica in Danimarca e quella in Norvegia non hanno pubblicità. La tv francese e tedesca hanno la pubblicità solo fino alle 20». «Il nostro è il Paese dove la pubblicità costa di meno».
Cairo, che è entrato nel mercato delle frequenze acquistando un mux, dice la sua anche sull'ipotesi della nascita di un operatore unico delle torri di trasmissione, emerse dopo l'opas di Ei Towers su Rai Way. «Un operatore unico potrebbe garantire quell'efficienza che più operatori non possono dare - afferma -, ma se l'operatore unico è controllato da un broadcaster, questo potrebbe creare dei problemi e andrebbe regolamentato».


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