E' giusta l'ora della colazione, stamattina mi sono alzata con la voglia di fare il 'banana bread', l'ho assaggiato a New York e ne conservo un buon ricordo.
Però voglio usare anche farina di grano saraceno e un po' di fecola.
Ho rimaneggiato la ricetta di un libricino americano inserito tra le istruzioni degli stampi per dolci, i primi in silicone che ho acquistato tanto tempo fa a Washington, convertendo le dosi di cups in etti, benchè abbia acquistato pure i misuratori in cup.
Ho diminuito anche la dose di zucchero perchè gli americani fanno dolci troppo zuccherati per i miei gusti.
Le banane devono essere stramature, con la buccia ormai scura come quelle che uso per il gelato, solo così svilupperanno tutto il loro sapore.
Qualche dadino di zenzero candito smorzerà il dolce della banana.
Alcune noci tritate grossolanamente scrocchieranno sotto i denti.
Con queste dosi ne vengono due di cakes, per stampi da plum di medie dimensioni, è un dolce che si mantiene bene anche per una settimana.
-ricetta-
3 banane stramature
225 g burro morbido
300 g zucchero
150 g farina 00
150 g farina grano saraceno
75 g fecola
4 uova
1/2 cucchiaino di sale
2 cucchiaini di lievito
un pizzico di estratto di vaniglia
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
10 noci, 5 pezzetti di zenzero candito (facoltativo)
Non occorre il mixer per fare questa torta, bastano una ciotola e una spatola.
Si comincia con gli ingredienti morbidi e umidi, sbatto il burro con lo zucchero, poi aggiungo le banane ridotte in poltiglia con una forchetta, la vaniglia e le uova leggermente sbattute.
Mescolo per amalgamare gli ingredienti prima di aggiungere le farine setacciate, il sale e il lievito, poi le noci sgusciate e tritate, la cannella e lo zenzero ridotto a cubetti piccoli.
Ancora una mescolata per inglobare tutto e verso il composto dividendolo nei due stampi imburrati e infarinati (se uso quelli in silicone non occorre fare questa operazione).
Faccio cuocere in forno già portato a 180° per circa 45' o più, dipende dal forno, comunque la prova stecchino vale sempre.
Ottimo a colazione, inzuppato nel caffè lungo e liscio all'americana, o all'ora del the.