Magazine Sport

“Cala” Cimenti attacca la cima del Pobeda

Creato il 28 luglio 2014 da Sportduepuntozero

“Cala” Cimenti attacca la cima del PobedaDopo alcuni giorni di attesa forzata, è ripartita oggi la spedizione “Snow Leopard” di Carlalberto Cimenti verso la cima del Pobeda, altitudine 7,439 metri, nella regione del Kirghizistan. Negli ultimi giorni le condizioni meteo erano peggiorate tanto da impedire all’alpinista di rimettersi in marcia verso la vetta.

Giunto al Campo Base (altitudine 4,070 metri) del Pobeda il 14 luglio scorso, “Cala”, alpinista di Pragelato, Ambassador Ferrino, dopo una prima e delicata fase di acclimatamento, durante la quale non sono mancate escursioni e sciate anche sulla vicina vetta del Khan Tengri, ha ripreso la via dei ghiacci.
Nei giorni scorsi era partito per allestire un primo campo a 4,400 metri. Raggiunto al satellitare, ci ha confessato: “Ho capito di essere un animale sociale. Sono appena tornato da due giorni in solitaria in giro per il ghiacciaio South Inilchek e non mi è passata veramente più. Non tanto per la fatica, a quella sono abituato e i paesaggi erano stupendi, quanto per il non poter comunicare con nessuno”.

La destinazione era il Campo 1 (C1) del Pobeda con l’intenzione di fare un campo deposito lì, in modo da essere più leggero quando ci sarebbe tornato, e poi “ero curioso di vedere di nuovo la seraccata iniziale e la prima parte della via” racconta ancora. L’anno scorso, Cala era su quello stesso ghiacciaio, ma a pochi passi dalla vetta era stato bloccato da una tempesta e aveva dovuto rinunciare alla cima. Si trovava lì per conquistare lo Snow Leopard, l’onorificienza di chi scala tutte e cinque le vette sopra i 7mila metri dell’ex Urss. Khan Tengri, Lenin Peak e Peak Korzhenevskaya sono state raggiunte, all’appello mancano il Communism Peak (7,495 metri) e appunto il Pobeda.

Quest’anno il suo compagno di tenda, Harry, era partito dal Campo Base per provare il vicino Khan Tengri, così gli si è affiancato Zoli, che avrebbe dovuto aiutarlo a trasportare gli zaini. Ma preoccupato per il brutto tempo, a meno di un’ora dal Campo 1, Zoli decide di tornare indietro. Cala prosegue da solo: “In una zona molto crepacciata che affronto con grande apprensione finché non decido di calzare gli sci che mi danno subito sicurezza e mi fanno procedere più velocemente”.

“Cala” Cimenti attacca la cima del Pobeda
In serata, con i primi fiocchi di neve che scendono fitti, scava una piazzola per la tenda: ormai tutto è pronto al Campo 1.
Il giorno seguente è dedicato all’esplorazione con gli sci: “Il ghiacciaio era enorme e pieno di crepacci, l’ho attraversato longitudinalmente, sempre spostandomi in profondità lungo il fianco maestoso del Pobeda, così da visionare la via Abalakov”. Il sole è caldo, non c’è vento e le radiazioni solari rendono il procedere quasi insopportabile, così cerca di proteggersi con fascette e bandane.

La fatica è tanta e si deve fermare diverse volte a bere e riprendere fiato, poi, raggiunta una quota di 4,700 metri, decide che può andare bene così. “Ho pranzato in una valle laterale caratterizzata da uno splendido scivolo di circa mille metri, molto invitante da sciare, accompagnato dal rumore del fiume che scorreva sotto il ghiaccio, dalle frane che si staccavano sulla parete rocciosa a sud e dai seracchi che crollavano provocando grosse valanghe”.
I giorni seguenti al Campo Base sono trascorsi tra escursioni e condizioni meteo pessime. Fino a quando, ieri sera, la decisione di riprendere il cammino e sferrare l’attacco decisivo alla cima è diventata realtà.
Ieri, un primo drappello russo è partito per la volta del Pobeda, ma Cala, affiancato dai compagni Harry e Zoli, ha già il Campo 1 allestito a 4,400 metri e così si è concesso un giorno in più prima della partenza. Tenteranno l’impresa in tre giorni.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :