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Calabria, i seminaristi studieranno la ‘ndrangheta

Creato il 18 aprile 2014 da Makinsud

Per diventare sacerdoti in Calabria bisognerà studiare la ‘ndrangheta. Suona un po’ insolito ma è quanto stabilito dalla Conferenza Episcopale Regionale della Calabria in attuazione delle direttive di Papa Francesco che, diverse volte e anche di recente, ha fatto leva sull’importanza di conoscere a fondo il fenomeno ‘ndrangheta e criminalità organizzata per affrontarlo con il coraggio della denuncia e la fuga dall’omertà. Per questo motivo, dunque, i seminaristi in Calabria dovranno studiare il fenomeno per conoscerlo da vicino, nel tentativo di compiere quella fondamentale operazione trasparenza di cui la Chiesa italiana e meridionale hanno molto bisogno. A fronte di encomiabili esempi di sacerdoti impegnati in prima linea contro le mafie, con attività concrete sul territorio volte all’educazione dei giovani e alla diffusione di valori sani, non sono rari, purtroppo, i fenomeni di sacerdoti che risultano essere vicini al mondo mafioso.

calabria

In Calabria, nel Vibonese, solo poco tempo fa, nell’indagine che ha portato anche all’arresto di un maresciallo dei Carabinieri, è apparso il nome di un sacerdote che avrebbe captato e, poi, diffuso informazioni “sensibili” agli uomini di una cosca. Proprio lo stesso sacerdote che, lo scorso anno, aveva sollevato il problema del coinvolgimento degli uomini delle cosche locali nei riti cristiani più sentiti e significativi, come l’ “Affruntata” che, nella settimana pasquale, vede protagoniste le statue di San Giovanni e del Redentore. Proprio questo rito è stato “adottato” dalle stesse cosche per simboleggiare (tramite il gesto di inginocchiarsi) la sottomissione dei nuovi affiliati ai boss. Sempre nel Vibonese, a Sant’Onofrio, questo stesso rito è stato vietato dal vescovo Luigi Renzo, che decise di controllare e presenziare direttamente al rito.

Alla luce di questi, e di tanti altri episodi accaduti negli anni, la Chiesa Calabrese che si prepara ad accogliere Papa Francesco il prossimo 21 Giugno a Cassano allo Jonio, ha deciso di compiere un gesto forte  e significativo, che vuol precisare con chiarezza la “nuova posizione” nei confronti della ‘ndrangheta e delle sue manifestazioni. Proprio per questo motivo, nella cerimonia cui ha partecipato lo stesso Papa Francesco nella giornata dedicata a Libera e alla famiglie delle vittime di mafia, è stata importante la partecipazione di quattro sacerdoti calabresi voluti fortemente dal promotore Don Ciotti: una testimonianza di “aria nuova” che, ci si augura, continuerà a soffiare con maggior forza.


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