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calano le pensioni e il tessuto sociale è spaccato in due: promozione internazionale elitaria, spese pubbliche contestate e poveri in aumento

Creato il 19 marzo 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Le pensioni sono diminuite e non è una novità. c’è chi riceve 50 euro in meno, altri subiscono riduzioni diverse. Lo prevedeva la riforma Dini approvata dal governo del magnifico Lambertow: i coefficienti si abbassano e le pensioni dell’Inps scendono. La riforma è stata approvata nel 1996 con l’impegno di attivarla dieci anni dopo. Romano Prodi, presidente del consiglio nel 2006, ne rinviò l’attuazione. caduto il governo – secondo l’accusa del pm di Napoli anche per effetto della corruzione di De Gregorio da parte di Berlusconi – proprio il tycoon di Arcore ebbe l’opportunità di una nuova campagna elettorale nel 2008 e di una nuova vittoria. Il ministro Tremonti non mancò di attivare la riforma, che prevedeva pure l’istituzione di fondi pensione e la lieta chance della previdenza complementare. Ahimé non tutti possono permettersi l’integrativa mentre i fondi pensione….

Per spiegazioni dettagliate sui referendum un utile link è questo: http://www.referendumpensioni.it/web/

Oggi va così: le pensioni sono calate e il trend non cambia. Il referendum che l’anno scorso Sel, IdV, Federazione della Sinistra, Verdi, associazioni e un variegato gruppo di promotori popolari ha chiesto raccogliendo e depositando 500mila firme è stato stracciato dal capo dello Stato, che invece il lodo Alfano lo ha firmato e tutte le leggi che i refendum volevano abrogare, ha firmato di tutto tranne che provvedimenti a tutela dei lavoratori, che dispongono di sempre minore potere d’acquisto, mentre gli stessi posti di lavoro diventano un miraggio nel dilagare della disoccupazione e della cassa integrazione. Napolitano infatti ha sciolto le camere proprio una settimana prima della data (31 dicembre 2012) in cui i referendum sarebbero stati ufficializzati. Il Parlamento avrebbe dovuto agire di conseguenza.

Anche altri tre referendum sui temi del lavoro avevano raggiunto il tetto delle 500mila firme: clamorosi quello contro l’orrida riforma Fornero, applicata in modo dannoso e dannosa essa stessa, e l’articolo 8 dell’ultima finanziaria Tremonti, sull’organizzazione del lavoro ultralibera e in mano al padronato che fa quel che gli pare da un giorno all’altro, ti cambiano ruolo quando vogliono, oltre all’abrogazione dell’articolo 18.

Intanto fioccano sempre nuove notizie che ribadiscono la spaccatura di cremona in due realtà: la città de’ potenti e quella di chi non conta niente. Per chi viaggia in superlusso o comunque non bussa certo ai servizi sociali, sempre più taglieggiati, c’è promozione internazionale. La liuteria ad esempio. I giornali locali raddoppiano: ora c’è, oltre al quotidiano generalista di centrodestra, anche il settimanale del museo del violino, dei potentati cattolici e delle lotte fra i ricchi e i potenti locali. E il comune? Paga per loro, ostaggio dei poteri locali.

La promozione internazionale si fa, ma non per i cremonesi, bensì per i signori degni di convegni internazionali blasonati. Non dispiacerebbe certo se agli eccessi enormi delle disuguaglianze sociali si contrapponessero interventi adeguati della mano pubblica – una patrimonialina che male fa? – e invece il trend allarga le lacerazioni sociali. I giovani hanno tutto il diritto di protestare con molta energia, non ovviamente con la violenza e la mancanza di proposte realizzabili. L’esempio indicato dal link qui sotto (una news promozionale) è cremonese, ma non credo che cremona sia un caso tanto isolato.

http://www.guidaviaggi.it/notizie/152914/best-western-affilia-cremona/


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