L’omosessualità nel calcio è un grande tabù. Ogni tanto escono fuori dichiarazioni dei vari Arci o di personaggi discutibili (Cecchi Paone) che bollano questo o quel calciatore come omosessuale, ma un coming out vero e proprio non c’è mai stato.
Ad abbattere questa barriera, a metà, è stato Robbie Rogers giocatore del Leeds, squadra di Londra. Il venticinquenne da Rancho Palos Verdes, California, ha però deciso anche di ritirarsi ufficialmente per via dei tanti infortuni patiti in carriera. Così il suo sfogo:
I segreti possono provocare danni enormi, soprattutto a sé stessi. molta gente predica l’onestà e quanto sia semplice praticarla. Ma prova a spiegare anche alle persone più care che conosci che sei gay! Per me è venuto il momento di scoprire cosa c’è oltre il calcio. A Londra da dove scrivo è una bella mattina e non posso essere più felice.
Per anni ho avuto paura. Paura di mostrare chi ero veramente, paura dei giudizi e del rifiuto da parte di chi mi amava. Il calcio era la mia fuga, il mio obiettivo, la mia identità e mi ha dato più gioia di quanta potessi sperare. Ma è il momento di andare via e di riscoprire me stesso lontano da questo mondo.
Rogers non ha rivelato di essere stato spinto a lasciare il calcio. Di proprietà del Leeds, nella stagione in corso è in forza al Stevenage, dove ha collezionato solo 6 presenze. Prima di approdare nella Championship, ha trascorso 7 anni nella squadra statunitense dei Columbus Crew. Negli ultimi due anni è stato martoriato dagli infortuni, da qui la scelta di lasciare.
Il suo coming out è stato applaudito da tutto il mondo del calcio. Il presidente della Fifa Joseph Blatter ha twittato: “Questo è il 2013, grazie”. La Federazione di calcio americana si è dichiarata orgogliosa di Roberts, che ha difeso i colori della sua nazione durante le Olimpiadi di Pechino.
Resta un po’ di amarezza, però, per il ritiro. Sarebbe stato più opportuno se avesse continuato a giocare e probabilmente altri ne avrebbero seguito le orme. Chiudiamo con le parte del portiere del Manchester United Anders Lindegaard che sottoscrivo in pieno:
Al calcio serve un eroe gay, gli omosessuali hanno bisogno di questo, i tifosi sono legati a modelli antichi e rozzi. Il calcio è rimasto indietro, mentre il resto del mondo è progredito.
Fonte: La Stampa