A te che non ci capisci di questo calcio moderno, a te che sei rimasto all'ala e alla mezzala, a te che credi ancora all'uomo sul palo, a te che ti svegli la notte preoccupato da che fine abbia fatto il libero, a te che il falso nove era il voto millantato a chimica, a te che ogni rigore che vedi tirare dici ma questo è da ribattere, ecco, è a te che voglio dare due dritte per fare bella figura quando stai con gli amici e ti ritrovi a ragionar di pallone.
Continuerai a non capirci nulla ma potrai spacciarti per il giannibrera di turno.
Lascia stare la difesa che non esiste più, nè tantomeno i difensori: c'è la fase difensiva o, meglio ancora, l'organizzazione difensiva, e ci sono i difendenti che sono tutti i calciatori di una squadra quando non sono in possesso di palla.
Attaccare gli spazi, ecco un'altra formuletta magica, che sembrerebbe destinata all'incollatore dei manifesti pubblicitari per strada e invece è roba calcistica: la squadra che vince è di certo quella che ha saputo meglio attaccare i fottuti spazi.
Ripiglia in mano il libro di geometria perché un'altra parola chiave è diagonale, i migliori son quelli che fanno le diagonali, e non sbagliarti con le bisettrici perché non sono la stessa cosa.
Altro concetto di cui puoi impastarti la bocca è il pressing ultraoffensivo che di solito lo fa il giocatore che ha gamba.
Occhio poi che stanno arrivando le transizioni, fai tue le transizioni adesso, eviterai la coda. E non aspettare che te le spieghi Caressa, sarà tardi.
Verticalizzare, ecco una sorta di jolly da usare per le vecchie azioni d'attacco.
Ah, e mi raccomando lascia stare le punizioni e i calci d'angolo, è roba da matusa, esistono solo situazioni da palla inattiva.
Bisogna poi che parli di accorciare e di circolazione di palla.
Il contropiede l'aveva già seppellito Sacchi, ma pure la ripartenza veloce sta perdendo il suo fascino.
Cita un giocatore a caso, portiere escluso, e commenta: Io lo vedo meglio come esterno basso. Caschi sempre da ritto.
E se la tua squadra ha perso non è che ha schierato troppi scarponi, mancava soltanto d'intensità.
Un'altra cosa, quelli che cominciano a parlar di numeri e di moduli, di quattrotretre di quattroquattrounouno di trecinquedue o di qualsiasi altra composizione numerica a somma dieci, ecco, quelli scànsali come un libro di Moccia, sono il classico fumo dell'arrosto.
Ma il concetto imprescindibile di cui devi far sfoggio ogni tre per due è quello del tra le linee. Quando tocca a te butta sul commentario una frase tipo "La chiave della partita è stata Bernardeschi tra le linee" o "Hai visto com'è abile Bernardeschi a farsi pescare tra le linee?".
Io lo so che tu pensi eccierto che Bernardeschi gioca tra le linee, per forza, come tutti gli altri, non è che uno debba giocare fuori dal campo. Ci son le linee apposta a delimitare, è chiaro che uno gioca tra le linee, non ci vuole il mago Herrera per insegnare a un calciatore a giocare tra le linee.
Epperò è così: solo se comincerai a infarcire i tuoi resoconti pallonari con qualche bel tra le linee potrai aspirare a una posizione di rispetto tra tutti i tuoi amici che sanno di calcio.