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Calcio, anzi no, letame!

Creato il 12 gennaio 2012 da Cortese_m @cortese_m
Calcio, anzi no, letame! Non parlo mai di calcio, chi mi conosce o ha avuto modo di leggermi in precedenza lo sa, ma quando il calcio, il suo mondo, entra nella cronaca qualche parolina non posso esimermi dal proferirla.
Niente paura, nessun argomento tecnico, non sarei all’altezza di disquisire di zona, fuorigioco, e schemi vari, vorrei semplicemente stigmatizzare alcune notizie che ultimamente affollano l’informazione tutta.
D’altra parte lo sappiamo, in particolare nel nostro Paese, il calcio è vita per molti, viene prima di tutto e per esso si passa sopra a tutto, talvolta anche ai principi più sani, giustificando anche gli episodi di violenza di cui questo sport spesso ci offre spettacoli indecorosi.
Le recenti inchieste sul neo-calcioscommesse – cancro mai estirpato che ciclicamente ritorna – si stanno allargando a macchia di leopardo, coinvolgendo un numero crescente di calciatori e loschi figuri che ruotano intorno al calcio.
Dopo l’arresto “eccellente” del capitano dell’Atalanta – tal Doni – peraltro già scarcerato e agli arresti domiciliari, sono seguite voci, dichiarazioni, altri arresti o coinvolgimenti, ma proprio stamattina leggo su un giornale che Doni si dichiarerebbe sostanzialmente innocente (nonostante le intercettazioni telefoniche facciano trasparire il contrario) ma avrebbe ammesso di essersi lasciato andare, di avere quale unica colpa quella di aver concordato un rigore col portiere che doveva pararlo.
L’episodio risale alla prima metà del 2011 nella partita Atalanta-Piacenza.
Non m’interessa sapere se le responsabilità di questo calciatore siano limitate a quell’episodio o meno, la cosa rimane nauseante a prescindere, oltre che un reato probabilmente, ma mi colpisce il “candore” col quale sia il giocatore che il suo avvocato ammettano un episodio del genere minimizzandolo e spacciandolo quasi come quisquiglia…
Mi chiedo se i tifosi sono davvero indignati come lo sono io, indignati al punto da non andare più allo stadio, al punto da non acquistare più magliette delle squadre, al punto da non acquistare più abbonamenti delle pay-tv.
Purtroppo non mi pare, eppure storie del genere ciclicamente vengono fuori e ciclicamente vengono sopite, opportunamente allontanate da riflettori da parte dei mezzi d’informazione, che quando si tocca il calcio fanno muro, quasi come una censura di regime…
Tagliare i viveri al mondo del calcio è a mio parere l’unico modo per riportarlo con i piedi per terra, svegliatevi calciofili!
nanni

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