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Concordo pienamente sul fatto che gli italiani, quando c'è di mezzo il calcio, perdano il senso reale delle cose, e che non ragionino al pieno delle loro, spesso limitate, capacità cerebrali, ma spero proprio che siano abbastanza svegli da capire che scudetto e politica non hanno niente a che fare. Il Berlusca, che ultimamente è in pieno delirio di onnipotenza, o in pieno delirio e basta, ne ha sparata un'altra delle sue. Che ormai dovremo essere abituati a sentir sgorgare continuamente la cloaca di idiozie che esce dalla sua bocca, eppure ancora mi sale dalla bocca dello stomaco un conato di vomito seguito istantaneamente da un tuonante mabasta quando sento certe cose. Ormai il campionato è alla fine e al Milan basta un punto per diventare campione d'Italia, così Silvio ha pensato bene di sottolineare che la sua gestione della squadra ha portato a così tante vittorie come nessuno mai, nella storia totale e globale del mondo calcistico, e che quindi dovrebbero proprio cambiare il nome allo stadio di San Siro ed intitolarlo a lui. Non è chiaro se con o senza il San. E passi. E' una schifezza, ma in fondo chissenefrega, per me possono anche chiamarlo cippirimerlo rossonero che è uguale. Quello che mi urta è che B abbia detto: sono convinto che la vittoria dello scudetto ci farà votare dai milanisti. Ecco. Mabasta!Mi sembra un insulto all'intelligenza dei milanisti sparsi per l'Italia, considerandoli cittadini responsabili e non idioti che mettono il rossonero ovunque, anche nella carta igienica. E' davvero possibile che un voto possa dipendere dai risultati di una partita di calcio? E' possibile che gli italiani non siano in grado di pensare con la propria testa e fare scelte ragionate e responsabili? Forse una parte no, quella che ancora sostiene il premier, ma mi auguro caldamente che la maggioranza lo sia. Avrei capito un'esternazione del tipo: sono sicuro che se vinciamo lo scudetto venderemo molti più abbonamenti l'anno prossimo. Logico direi, Ma il voto? La politica? Cosa c'entrano? Tutto ruota intorno a B, secondo lui. Facciamogli capire che si sbaglia, che abbiamo una testa che funziona, una coscienza e una forte voglia di cambiamento, per il bene del paese.