Dopo una stagione entusiasmante di calcio estero, il campo ha espresso i suoi verdetti. Ecco i nostri voti alle squadre protagoniste di Liga, Premier League, Ligue 1 e Bundesliga.
Partiamo dalla Liga. A inizio anno, nessuno avrebbe scommesso sull’Atlético Madrid, tutti davano per scontato che il trono di Spagna fosse un affare tra Real Madrid e Barcellona. E invece…
Atlético Madrid: 10. Non ci sono aggettivi per descrivere l’impresa degli uomini di Simeone. 90 punti, 28 vittorie e solo 4 sconfitte. Il Cholo ha costruito una macchina da guerra davvero efficace. Diego Costa si è caricato sulle spalle in più occasioni il peso dell’attacco (27 gol), ma anche Villa (13 reti) ha dato il suo contributo. Ma in questo Atlético Madrid tutti sono importanti: dalla solida coppia difensiva Godìn e Miranda alla grinta di un rinato Tiago e di un Gabi sempreverde. Assurdo che Filipe Luis non vada ai Mondiali, quest’anno si è espresso su livelli altissimi, così come Juanfran, che Simeone ha trasformato da ala modesta a uno dei migliori terzini destri di Spagna. Il tributo dei 99.000 del Camp Nou è forse la cartolina più bella di tutto il campionato, il giusto tributo a una squadra che ha meritato il titolo. In attesa della finale di Champions League…
Real Madrid: 9. Ancelotti è stato ingaggiato per vincere la Décima, per conquistare quel trofeo che a Madrid manca da tanto. Detto fatto: Carletto, al primo anno con i Blancos, è in finale di Champions League, ma anche in campionato è rimasto in corsa fino all’ultimo. Cristiano Ronaldo, gasato dal Pallone d’Oro, non ha sbagliato niente in questa stagione. Isco e Di Maria centrocampisti sono stati una felice intuizione di Ancelotti, ripagata a suon di assist. Ottima la gestione di Morata, che è cresciuto senza pressioni. Dopo un avvio stentato, anche Bale, mister 100 milioni, ha dimostrato di essere un giocatore fondamentale: il gol in finale di Copa del Rey contro il Barcellona ne è la prova.
Barcellona: 8,5. I tempi d’oro di Guardiola sono finiti, questo è vero. Ma la classe di alcuni campioni non tramonta mai: Iniesta, Xavi, Piqué, Mascherano e Dani Alves sono sempre una garanzia, anche se alcuni sono in partenza per cercare altrove nuovi stimoli. È stato l’anno della definitiva consacrazione di Alexis Sánchez, finalmente decisivo. Quello che è mancato al Tata Martino è un secondo portiere affidabile (Pinto è tutto tranne che un estremo difensore) e, soprattutto, il miglior Messi. La Pulce, dopo un buon avvio di stagione, ha pagato un momento negativo di forma e prestazioni, specie nelle ultime partite. Da uno che guadagna 20 milioni a stagione ci si aspetta di più, ma forse ci ha abituati troppo bene.
Anche la Premier League non ha tradito le attese e ha lasciato tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo. In principio era l’Arsenal, poi vennero Chelsea e Liverpool, ma alla fine la spunta il Manchester City.
Manchester City: 9. Dopo un inizio stagione sofferto, in cui la squadra doveva ancora assimilare l’idea di gioco di Pellegrini, i Citizens hanno ingranato la quarta e non si sono più fermati, trascinati da un Yaya Touré mostruoso (20 gol e partite di altissimo livello). Pellegrini ha lavorato sul collettivo e si vede, finalmente tutto il gruppo è stato decisivo: Negredo si è preso tutte le copertine a inizio stagione, Dzeko nel rush finale; Kompany e Demichelis hanno ben supportato Hart, mentre Silva e Agüero hanno spesso risolto le partite con una giocata illuminante (lo spagnolo) o con un gol scacciapensieri (l’argentino). Ottimo l’impatto di Fernandinho, da rivedere Jovetic, frenato dai continui infortuni.
Liverpool: 8,5. Annata straordinaria dei Reds, che ritrovano la Champions League e, soprattutto, la fiducia in loro stessi. Sturridge e Suárez, insieme, hanno segnato 53 gol. Il giovane Sterling è sbocciato, e il primo a godersi i frutti di questa esplosione è stato l’allenatore, Brendan Rodgers. L’esperienza e il carisma di capitan Gerrard non sono mai mancati, così come le zuccate vincenti di Skrtel e le parate di Mignolet. Si attende la riconferma su questi livelli anche l’anno prossimo, con la Champions da giocare.
Chelsea: 8. I “bambini” di Mourinho non sfigurano, anzi, hanno accarezzato per più di un mese il sogno di conquistare la Premier League. Per lo Special One, di ritorno a casa, sarebbe stata l’apoteosi. La stagione dei Blues è stata comunque assolutamente positiva. Oscar ha confermato le ottime prestazioni dell’anno scorso, Hazard è diventato sempre più decisivo, Azpilicueta, sotto la guida di Mourinho, è finalmente migliorato a livello tattico. Matic e Schürrle si sono integrati benissimo, anche il “vecchietto” Eto’o. Quello che manca ai Blues è un centravanti vero, Torres è da un paio di stagioni che è l’ombra di se stesso.
Arsenal: 8. Il voto è una media fra l’incredibile inizio di campionato (10) e un pessimo girone di ritorno (6). Dopo tutte le partite di andata, i Gunners sembravano lanciatissimi verso il titolo ma un brusco di calo di forma fisica e concentrazione li hanno fatti retrocedere dal primo al quarto posto. Özil è un fenomeno, ma è troppo discontinuo, per Ramsey vale lo stesso discorso. Giroud migliora ogni anno ma ancora non basta, Mertesacker è troppo lento per il calcio inglese. Insomma, c’è da lavorare, ma le basi ci sono. Occorre solo un ritocchino per reparto.
Manchester United: 4. Annata disastrosa. Raccogliere l’eredità di Sir Alex non era facile, d’accordo, ma Moyes non ne azzecca una. Mai in lotta per il titolo, fuori dalla Champions League. Non c’è nulla da salvare in questa stagione, forse solo la crescita di Januzaj.
Che la Ligue 1 fosse un affaire fra PSG e Monaco, fra lo sceicco Al-Khelaifi e il magnate russo Rybolovlev, si sapeva. E difatti così è stato.
PSG: 9. Tutto troppo facile per i campioni in carica. Con una squadra carica di stelle, il campionato francese non è niente di più che una partitella di allenamento. Ibrahimovic, Cavani, Lucas, Verratti, Thiago Silva, Lavezzi.. Il PSG è il tipico esempio di quando i soldi fanno la felicità degli allenatori, Blanc per primo. Occhio però: sanzioni in arrivo, non si può continuare così. Per l’Europa serve costruire sempre di più un’identità di gruppo, la squadra è troppo Ibra-dipendente.
Monaco: 8. Ranieri continua il percorso di crescita iniziato l’anno scorso. Certo, avere Falcao, James Rodríguez e João Moutinho aiuta, e non poco, ma la classe di questi campioni si è vista solo a sprazzi. Il prossimo anno, con la partecipazione in Champions League, arriveranno sicuramente rinforzi. Il prossimo allenatore (con molte probabilità Jardim, ex Sporting Lisbona) dovrà essere bravo ad amalgamare il gruppo.
Chiudiamo il nostro pagellone del calcio estero con la Bundesliga. Il Bayern Monaco non ha dominato, di più. Che sorpresa, nessuno l’avrebbe mai detto. Ottima la conferma del Borussia Dortmund: ogni anno Klopp vede partire qualche pezzo pregiato, ogni anno riesce a fare belle figura in Champions League, a piazzarsi al secondo posto in campionato e magari a vincere qualche coppa nazionale.
Bayern Monaco: 9,5. Guardiola ha portato in dote la filosofia del tiqui-taca spagnolo. Ma se questa tattica può anche funzionare in Bundesliga, in Europa è tutto un altro discorso, vedi la lezione inflittagli da Ancelotti in semifinale di Champions League. In ogni caso, Pep ha ereditato una macchina da guerra perfetta, consegnatagli da Jupp Heynckes. La stagione dei bavaresi è comunque assolutamente straordinaria: Supercoppa Europea, Mondiale per Club, Bundesliga e DFB-Pokal. Mica bruscolini.
Borussia Dortmund: 8. Quest’anno il Borussia ha faticato più del dovuto in campionato, ma alla fine ha portato a casa un ottimo secondo posto e una Supercoppa di Germania. Anche in Champions League i gialloneri hanno fatto un’ottima figura. Insomma, cosa chiedere di più a Klopp? Attenzione: Lewandowski se ne va a fine stagione, anche lui al Bayern Monaco un anno dopo Götze. Sarà difficile rimpiazzarlo.