Ennesimo no alla moviola in campo ai Mondiali. Sì al velo per le calciatrici e al turbante per i calciatori. Sotto la maglia da gioco, invece, nessun messaggio sarà più consentito.
SuperMario Balotelli “esulta” dopo un gol nel derby di Manchester (lepoint.fr)
Sono le decisioni che l’Ifab (International Football Association Board), l’organo custode del regolamento del calcio, ha preso nella riunione tenuta a Zurigo. A fare gli onori di casa, nella sede della Fifa, è stato Jerome Valcke, segretario generale della federcalcio internazionale. E’ stato lui a ribadire la linea che il governo mondiale del pallone ha scelto in materia di tecnologia. “L’Ifab ha già autorizzato l’uso della Goal Line Technology. Non ci sarà autorizzazione per altri usi di video nel nostro sport”, ha detto il braccio destro del presidente Sepp Blatter. “Il mondo cambierà un giorno? Il video verrà ammesso nel nostro sport? Si può sempre discutere, ma al momento il video si usa solo per le situazioni di goal fantasma”, ha aggiunto.
“C’è stata un’epoca in cui la goal line technology non era in agenda. Poi l’argomento è stato discusso e l’introduzione della GLT è stato approvato. C’è il rischio che l’uso del video” durante la partita “modifichi la natura del nostro sport. C’è il rischio che l’arbitro, ad un certo punto, abbia bisogno del video per ogni decisione e chiederà di vedere le immagini prima di prendere una decisione. Questo succede in altri sport, che però sono diversi dal calcio”, ha detto evidenziando la peculiarità del football. “Se fermiano le partite, è la fine. Sì, il video darebbe più informazioni. Ma in Brasile, per i Mondiali, ogni partita sarà seguita da 30-35 telecamere. Nulla, di quello che capiterà in campo, sfuggirà”, ha proseguito. In Brasile, alcune azioni verranno mostrate sui maxi-schermi negli stadi. Non, però, eventuali situazioni controverse. “Al momento non sappiamo quale potrebbe essere l’impatto del video sul nostro gioco. Il nostro non è un ‘no’ assoluto, non diciamo ‘mai’. Ma oggi non abbiamo gli strumenti per dire che l’utilizzo del video sarà utile e non avrà impatti sul gioco”, ha ripetuto.
Il ‘no’, per ora, è anche la risposta indirizzata alla Uefa. La confederazione europea, guidata da Michel Platini, ha chiesto di esaminare la norma che prevede la concessione di un calcio di rigore, l’espulsione dell’autore del fallo in caso di chiara occasione e la conseguente squalifica calciatore. La Uefa, in particolare, ha chiesto di rimuovere l’automatismo dell’espulsione. “E’ stata discussa la tripla sanzione perché la Uefa ha inviato una lettera all’Ifab chiedendo che l’argomento venisse esaminato ancora, non è una novità. Per farla breve, la richiesta dell’Uefa non è stata approvata”, ha tagliato corto Valcke, aggiungendo che il tema verrà comunque esaminato nuovamente in futuro.
La riunione di Zurigo ha prodotto ‘fumate bianche’ relative in particolare all’abbigliamento degli atleti. E’ arrivato il sì definitivo al velo islamico (l’hijab) per le calciatrici e ai copricapi per i calciatori. ”E’ stato deciso che le giocatrici possono indossare un velo. Ma abbiamo ricevuto richieste per i calciatori lo scorso anno dal Canada, in particolare dalla comunità sikh. Quello che vale per le donne varrà anche per gli uomini. Bisognerà definire le modalità per l’utilizzo del copricapo”, ha detto. L’uso di ‘head covers’ è stato vietato fino al 2012 per il timore di infortuni che coinvolgessero la testa o il collo. L’Ifab ha autorizzato due anni fa un periodo di test su richiesta della confederazione asiatica (Afc). Ora, al termine dei collaudi biennali, è arrivato il via libera. Veli o turbanti “dovranno essere dello stesso colore delle maglie delle squadre, non vogliamo che gli arbitri abbiano problemi con i colori”, ha detto Valcke, preannunciando una circolare esplicativa che verrà inviata a tutte le federazione calcistiche nazionali. ”L’autorizzazione vale per tutto il mondo”, ha ribadito il segretario generale, evidenziando che la richiesta “è partita da pesi che sono pronti a sostenere lo sviluppo del calcio”. La decisione dell’Ifab tiene conto in particolare della Coppa del Mondo femminile Under 17 che si svolgerà in Giordania e che avrà un’importanza notevole nella regione.
Dal 1° giugno, e quindi anche nei prossimi Mondiali, non sarà invece più consentito esibire messaggi sulla maglia da gioco e sull’abbigliamento indossato sotto la divisa dopo la modifica apportata alla Regola 4. Niente slogan, messaggi o immagini. “Non c’è spazio per messaggi, immagini o altri loghi di sponsor sotto la maglia. In questo modo la regola è semplificata”, ha spiega Alex Horne, segretario generale della Football Association, la federcalcio inglese. Stop, quindi, anche a dediche a familiari, a compagni infortunati o a persone scomparse. Se un calciatore alzerà la maglia per mostrare una scritta, l’arbitro non sarà tenuto a sanzionare il comportamento. Sarà l’organo disciplinare della competizione a valutare l’adozione di provvedimenti.