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CALCIO – Pantomima in casa Lazio. Reja: “Mi dimetto! Anzi no…”.

Creato il 21 settembre 2011 da Andreakur
“Il quadro è buono, la cornice è marcia, anzi un po’ tarlata”: a parlare così è l’artista Eddy Reja, allenatore della Lazio, squadra portata dalla quasi serie B alla zona Champions. E che è partita assi male sia in campionato (un punto in due gare) che in Europa League (brutto pareggio interno con i modesti rumeni del Vaslui). Reja è amareggiato perché viene puntualmente fischiato dai tifosi (fischi per la verità non così assordanti…) ogni qual volta lo speaker dello stadio annuncia il suo nome. Ora bisogna vedere a che punto è arrivata la permalosità del tecnico…Aveva dato le dimissioni Reja ma Lotito e ( a sentire il mister) anche la squadra lo hanno invitato a desistere confermandogli la fiducia. Allora…il ”Mi dimetto! Anzi no…” è passato in cavalleria ma qualche considerazioni vanno fatte. Reja, un po’ come Lotito, ha salvato la Lazio dallo scellerato ottimismo di un Ballardini che nemmeno con il baratro della B sotto il sedere retrocedeva di un millimetro, e l’anno dopo la squadra, con l’innesto di Hernanes, è arrivata quarta a pari merito con l’Udinese, per la precisione quinta. Perdendo tutti i derby con la Roma. In un anno, lo scorso, in cui l’Inter a dicembre era distante anni luce, l’Udinese pure era dietro, la Roma stessa, la Juve e la Fiorentina sono state sempre impantanate nelle sabbie mobili delle loro difficoltà tecniche e meno tecniche (anche Palermo e Genoa), la Samp è addirittura retrocessa, il Napoli è stata spalla a spalla sino alla primavera. Insomma, in un contesto in cui la Lazio era partita fortissima, addirittura col primato in classifica, i tifosi hanno assistito allo sfaldamento tecnico della squadra (vedi Zarate e Floccari, da attaccanti, ridotti a gregari degli incursori di centrocampo!) e allo scivolamento progressivo in classifica. Anche quest’anno Reja sta depauperando tutto il tasso tecnico della squadra, relegando Hernanes (l’anno scorso in doppia cifra realizzativa) ad un ruolo non suo, con conseguenti brutte figure del giocatore carioca, e scegliendo Zauri (disastroso inizio d’anno) e Diakitè come “rinforzi” difensivi quando Radu e un centrale (Dias o Biava) mancano. Lasciamo stare Stankevicius e l’errore di Cana, scambiato per mediano quando non lo è. Francamente, un tifoso che paga il biglietto non è stupido, capisce le caratteristiche dei giocatori e capisce pure che molti di loro non renderanno mai al massimo, proprio per la errata posizione in campo che il mister detta. Aggiungendo che tutto questo calcio-spettacolo, propagandato quest’estate da allenatore e presidente della Lazio, ancora non si è visto, se non per qualche irruenta sgroppata di cavallon Cissè, c’è da chiedersi se i tifosi hanno veramente torto a non volere più Reja. Il caso Zarate poi, vista la mancanza di estrosità in avanti, è una ferita che sanguinerà ancora per tanto. Intanto, Reja resta al suo posto…

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