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Calciomercato 2014: analisi delle operazioni e impatti sui bilanci dei club (al 19.08)

Creato il 21 agosto 2014 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

Entriamo oggi nelle ultime due settimane di mercato spesso ricche di colpi di coda più o meno rilevanti.

Prima di cominciare con l’analisi di numeri e trasferimenti della settimanavi ricordo che potete segnalarmi eventuali incongruenze all’indirizzo email [email protected] e che ampie spiegazioni sulla costruzione delle tabelle e sui calcoli presenti al loro interno sono disponibili a questo link

 

Al 19 agosto il tabellone riepilogativorelativo ai costi/ricavi delle operazioni di mercato per quanto riguarda icartellini, icosti totalie ilpeso sul bilancio annuale si presenta così (ricordo come sempre che Atalanta, Genoa, Fiorentina, Milan, Sampdoria e Torino hanno bilancio su anno solare, le altre su stagione sportiva).

 

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Quest’oggi, approfittando di una domanda postami tramite Facebook dal lettore Salvatore Mulè, partiamo dal Napoli. In particolare proviamo a capire cosa ha bloccato finora De Laurentiis dal fare ampie spese sul mercato (per De Guzman pare si sia ai dettagli ma non è un colpo troppo oneroso) e se le incertezze del patron dei partenopei sono basate su preoccupazioni fondate o “ci marcia un po’ sopra”, come sospettano e temono molti tifosi.

Premetto subito che l’analisi non è facilissima e richiederebbe uno studio molto più approfondito di quello che ho potuto fare in termini di tempo, quindi procederò un po’ per spanne dando un’idea generale di come è strutturato il bilancio del Napoli. Non prendete perciò i dati stimati come precisi ma come un indicatore abbastanza vicino alla realtà. Partiamo da dati reali, ovvero dall’ultimo bilancio ufficiale presentato dal Napoli, quello del 2012/13. Due stagioni fa, le variabili più rilevanti sono state la partecipazione all’Europa League (meno remunerativa della Champions), che ha portato in cassa circa 7 milioni più gli incassi da stadio, e l’addio di Lavezzi che, insieme ad altre cessioni, ha permesso ad ADL di realizzare plusvalenze per 35 milioni di euro. I dati ecomomici più importanti per una veloce analisi sono i ricavi (152 milioni comprese plusvalenze), i costi (143 milioni), l’utile prima delle imposte (14 milioni) e l’utile finale (8 milioni). Gli utili si differenziano dalla differenza fra ricavi e costi per l’inserimento a bilancio di alcuni dati relativi a proventi e oneri finanziari.

Per la scorsa stagione (2013/14), si deve iniziare a fare ricorso alle stime, perché il bilancio verrà comunicato solo all’inizio del 2015. Sappiamo però che al posto delle plusvalenze dell’anno prima c’è stata quella di Cavani, che ha portato nelle casse 60 milioni. In più c’è stata la partecipazione in Champions League che ha fruttato circa 40 milioni. Procedendo di pure stime e valutando anche i prevedibili maggiori incassi, si può supporre che il Napoli chiuda il bilancio dello scorso anno con ricavi superiori ai 220 milioni. D’altra parte però, gli acquisti di numerosi giocatori e il regime ad ammortamenti decrescenti che mette a bilancio una parte importante delle spese effettuate già al primo anno, dovrebbe far crescere i costi fino a una cifra attorno ai 180 milioni. Non male no? Vorrebbe dire un utile prima delle imposte attorno ai 40 milioni e un utile finale attorno ai 25 milioni. Benissimo. Ma qui cominciano i problemi.

Innanzitutto sgombriamo il campo subito dal dubbio principale: non è il Fair Play Finanziario in ottica 2015/16 calcolato sull’eventuale bilancio 2014/15 a frenare De Laurentiis. Il Napoli è una realtà attualmente molto sana, nei primi due anni del triennio in esame ha utili validi per il Fair Play (quindi quelli calcolati prima delle imposte e considerando l’eliminazione di alcuni costi virtuosi) che saranno presumibilmente fra i 50 e i 60 milioni. Per sballare il vincolo del -30 nell’arco di un triennio dovrebbe chiudere il 2014/15 in passivo di 90 milioni. Benissimo anche ilPatrimonio Netto, che già era positivo di più di 50 milioni nel 2012/13 e che con l’attivo previsto del 2013/14 salirà quasi a 80. Quindi il Napoli potrebbe avere problemi di Fair Play Finanziario quest’anno solo se il suo bilancio 2014/15 fosse negativo di più di 80 milioni. Due ipotesi non solo inverosimili, ma proprio impossibili. Quindi, fosse solo per il Fair Play di quest’anno, la risposta alla domanda iniziale sarebbe “E’ vero, ADL potrebbe spendere molto di più ma non lo fa”. Sarebbe però una risposta che ignora un aspetto molto importante per la solidità della società: la sua sostenibilità nel medio e lungo periodo.

Se proviamo a ragionare sul bilancio dei partenopei nell’ottica peggiore possibile, ovvero l’eliminazione dalla Champions League nel playoff e un cammino “normale” nella conseguente Europa League, possiamo ipotizzare di ritrovarci al netto dei movimenti di mercato estivi nella situazione del 2012/13 come ricavi (152 milioni), ma in quella 2013/14 come costi (180 milioni circa, considerando magari un miglioramento di 4-5 milioni dovuto alla diminuzione della quota ammortamenti). Come abbiamo visto il Napoli può tranquillamente permettersi quest’anno 25-35 milioni di passivo (fra passivi prima e dopo le imposte) visti gli ottimi bilanci degli anni precedenti. Ma che succede se questi costi fissi non calano e gli azzurri falliscono per due volte consecutive la qualificazione alla Champions? Che tutto ciò che di virtuoso ha costruito ADL in questi anni evapora come neve al sole e la società si ritrova a essere costretta a vendere giocatori per risanare i bilanci. Niente di diverso rispetto a quello che fanno la maggior parte delle squadre di Serie A, intendiamoci, ma un approccio che per il momento il Napoli ha dimostrato di voler provare a evitare quest'anno nella convinzione che per l’ultimo e definitivo salto di qualità è necessario tenere in rosa i gioielli più preziosi senza venderli con cadenza annuale come capitato con Lavezzi e Cavani.

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E’ probabilmente per questo motivo che il Napoli nicchia all’idea di aumentare ulteriormente i costi senza avere la qualificazione in Champions in mano (che porterebbe nelle casse 22 milioni sicuri, altri 20 recuperabili nella migliore delle ipotesi alla fine della fase a gironi, più incassi sicuramente migliori di quelli ottenibili con l’Europa League). Comprensibile quindi che la squadra di De Laurentiis, temendo un’annata in passivo in caso di retrocessione in Europa League, sia oggi fra quelle con un bilancio di mercato in attivo (grazie soprattutto all’ottima plusvalenza Fernandez, chiusa proprio questa settimana) in attesa della doppia sfida con l’Athletic Bilbao il cui primo round andrà in scena proprio stasera. Una volta passato il turno, ritengo assolutamente possibile che si chiuda positivamente anche l’acquisto di Fellaini se non varieranno le cifre di cui si parla in questi giorni. In caso di eliminazione, invece, potrebbe essere un investimento troppo oneroso ragionando come abbiamo provato a fare su un’ottica di medio periodo.

La risposta finale alla domanda è quindi la seguente: “Sì, ADL potrebbe spendere di più senza problemi quest’anno ma mettendo a rischio la solidità economica futura della squadra. Entrambe le strade erano perseguibili, lui ha per il momento preferito la prima. Alla vostra propensione al rischio il compito di giudicare se ha fatto bene oppure no…”.

 

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Analizzata in maniera approfondita la situazione del Napoli, vediamo brevemente quanto accaduto nel resto della Serie A. Quasi tutti i top team sono fermi (la più vicina a un acquisto è la Lazio, a un passo da Gentiletti) perché per mettere a segno gli ultimi acquisti aspettano di vendere gli esuberi o di fare eventualmente enormi plusvalenze che permettano loro di reinvestire sul mercato i soldi incassati (gli ormai “soliti” casi Vidal, Cuadrado, Guarin, Balotelli e Benatia, anche se più passano i giorni più sembra che il calcio italiano si sia così svalutato che i grandi club esteri abbiano più dubbi del previsto a spendere cifre molto importanti per giocatori che militano in Serie A). Nell’immobilismo quasi generale da segnalare per la Juventus il prestito di Martinez agli uruguagi della Juventud, a dimostrazione che avevo ragione a segnalarvi di come fosse ancora sotto contratto coi bianconeri. In mancanza di notizie in merito suppongo nella tabella che i sudamericani gli pagheranno l’intero ingaggio da settembre a giugno, anche se rimane più di un dubbio su questa ipotesi.  Da segnalare infine il colpo più oneroso di questa settimana di Ferragosto: lo ha messo a segno l’Udinese acquistando per 5 milioni Koné dal Bologna.

 

 


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