La terza settimana di calciomercato per quanto riguarda la Serie A è stata movimentata dai due club che hanno dominato lo scorso campionato: Juventus e Roma: complessivamente le due squadre hanno effettuato operazioni con un saldo negativo di 14,7 milioni di euro. Dall'altra parte il Verona, che con la cessione di Iturbe ha fatto segnare un +18 mln.
Queste le variazioni settimanali (in arancione) ed il saldo dall'inizio del mercato (in blu).
Prima di cominciare con l’analisi di numeri e trasferimenti vi ricordo che potete segnalarmi eventuali incongruenze all’indirizzo email [email protected] e che ampie spiegazioni sulla costruzione delle tabelle e sui calcoli presenti al loro interno sono disponibili a questo link.
Al 22 luglio il tabellone riepilogativo relativo ai costi/ricavi delle operazioni di mercato per quanto riguarda i cartellini, i costi totali e il peso sul bilancio annuale si presenta così (ricordo come sempre che Atalanta, Genoa, Fiorentina, Milan, Sampdoria e Torino hanno bilancio su anno solare, le altre su stagione sportiva):
E questo è, graficamente, l'impatto delle operazioni (intese come sommatoria di cartellino, ingaggio ed ammortamenti) sulla sessione di calciomercato e sul prossimo bilancio:
Giallorossi assoluti protagonisti: l’acquisto di Iturbe e un paio di altre operazioni “minori” hanno portato a quasi 20 milioni il loro passivo di bilancio annuale legato al mercato, posizionandoli al primo posto anche nella graduatoria di chi ha speso di più per i cartellini e nei costi totali. La scorsa settimana avevo espresso i miei dubbi su eventuali altri acquisti a costo molto elevato per la Roma, citando il nome di Cuadrado. Il colombiano, che sarebbe costato significativamente più di Iturbe vista la concorrenza delle big europee, non è arrivato ma Sabatini mi ha in parte subito smentito investendo altri 22 milioni sull’attaccante del Verona: a oggi la spesa maggiore di questo mercato in Italia per il cartellino di un giocatore. Guardando i conti della Roma, io resto convinto che se Pallotta è intenzionato a rispettare i vincoli del fair play sarà costretto a rientrare di almeno una trentina di milioni circa rispetto alla situazione attuale attraverso il mercato (estivo o invernale). Alle voci che vogliono in bilico Benatia nonostante le smentite anche recentissime, si sono aggiunte in settimana quelle relative a Destro: se davvero si dovesse presentare una squadra che offre quello che la Roma chiede queste due cessioni basterebbero e avanzerebbero per mettere i conti in ordine e lasciare spazio per l’ingaggio di due giocatori a medio-basso costo ma di sicuro affidamento per rimpiazzarli (Rolando ed Eto’o?). Altra ipotesi suggestiva: viste le difficoltà in casa Juve, l’età di Totti, la certezza che alla peggio verranno comminate punizioni che limitino il mercato futuro ma che non prevederanno l’esclusione dalle coppe, la Roma potrebbe anche decidere di rischiare lo sforamento del Fair Play per puntare allo scudetto in questa stagione penalizzando le annate successive. Una “scommessa” rischiosa che potrebbe però “pagare” tantissimo…
Se i vicecampioni d’Italia si sono mossi in maniera importante in questi sette giorni, che dire dei detentori del titolo? Il terremoto provocato dalle dimissioni di Antonio Conte ha inciso profondamente sul mercato della Juventus se non sugli obiettivi, che sono in gran parte gli stessi, sulle dinamiche interne: è uscito un allenatore desideroso di mettere bocca in maniera importante su tutta la campagna acquisti e che non ha mai nascosto critiche per le operazioni necessarie a mantenere il bilancio in ordine (ricordate le polemiche sulla squadra indebolita dopo le cessioni di Matri eGiaccherini necessarie per finanziare gli acquisti di Tevez e Llorente?) e ne è arrivato un altro (Massimiliano Allegri) fortemente aziendalista e capace di non fare una piega quando Berlusconi gli ha smembrato il Milan vendendo Thiago Silva eIbrahimovic. Le conseguenze di questo? Le vedremo presto. La mia opinione personale è che non abbia motivo di esistere l’opinione “se fosse rimasto Conte avrebbero comprato dei big, ora con Allegri compreranno dei mezzi giocatori”, semplicemente perché non varia il budget a disposizione e la situazione economico finanziaria della Juve è nota da tempo (ve l’ho diffusamente descritta un paio di mesi fa in questo articolo e nel suo successivo aggiornamento). Se Conte è andato via anche per motivi di mercato sarà perché pretendeva giocatori di livello senza cedere nessun big, ovvero la classica “botte piena e moglie ubriaca”. Ora Agnelli e Marotta devono decidere se preferiscono la moglie o la botte: mercato di medio livello, cedere qualcuno ma tenere Vidal e Pogba o mercato con più acquisti sacrificando uno dei due pezzi pregiati (più facilmente il cileno)? Gli eventuali acquisti e i movimenti di questi giorni ci potranno far capire qualcosa in più e penso di dedicare un approfondimento a questo tema la prossima settimana, aggiornando le mie previsioni sul mercato Juve fatte nei mesi scorsi. A oggi credo che entrambe le strade siano ancora percorribili.
Intanto a Torino sono arrivati Evra e Morata, il secondo accompagnato da due critiche: è stato pagato troppo e il Real Madrid se lo può ricomprare. Per quanto riguarda la prima osservazione, bisogna capire che il valore di un giocatore non dipende solo, né principalmente, dalla sua forza attuale. Fattori importantissimi sono l’età, le prospettive di crescita e lo stipendio. Un giocatore con un ingaggio ancora non da “top player” (come nel caso di Morata e Iturbe) incide meno sul monte ingaggi e quindi può valere la pena pagarlo un po’ di più senza peggiorare pesantemente i conti. Allo stesso modo, un calciatore giovane e di belle speranze (ancora una volta come Morata e Iturbe) ha tutte le possibilità di essere venduto in futuro per una cifra maggiore di quella spesa per comprarlo o comunque tale da generare una bella plusvalenza. L’anno scorso chiunque ha bollato come economicamente folle l’acquisto per 45 milioni del ventunenne James Rodriguez da parte del Monaco. Oggi il colombiano vale quasi il doppio e il Monaco è in procinto di fare una plusvalenza di enormi proporzioni. Sono operazioni rischiose è evidente ma, se gli osservatori sono bravi e riescono a valutare le reali potenzialità dei giocatori, possono diventare la chiave per arricchire la squadra e non per impoverirla come qualcuno, troppo frettolosamente, conclude.
La clausola di “recumpra” merita un discorso a parte: il Real Madrid potrà riacquistare Morata nel mercato estivo 2016 o 2017 per una cifra di circa 30 milioni. Se lo farà, la Juventus farà una plusvalenza secca di 18 milioni nel 2016 o 22 milioni nel 2017: forse non abbastanza per garantirsi un top player mondiale del livello di Suarez, ma sicuramente più che sufficiente per sostituirlo con una punta di alto livello (Diego Costa, per fare un nome, al Chelsea è costato 15 sul bilancio annuale…). Conclusione: se Morata si confermerà ad alti livelli la Juve non ci rimetterà in ogni caso…
Chiudendo il discorso su Juventus e Roma ricordandovi che le due squadre potrebbero contare nell’ultima settimana di mercato su fondi extra in caso di eliminazione del Napoli dai preliminari di Champions League, vediamo in breve la situazione delle altre.
Il Napoli – il cui mercato è ovviamente condizionato dall’incertezza sulla partecipazione Champions – si muove sottotraccia e acquista l’attaccante Michu con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto, intaccando leggermente il suo bilancio annuale senza spese folli.
Dalla tabella del Torino ho momentaneamente escluso i due nuovi acquisti extracomunitari Sanchez Mino e Bruno Peres, poiché la squadra di Cairo li ha virtualmente acquistati ma non ha ancora potuto depositare il contratto. Entrambe le situazioni dovrebbero essere risolte a breve.
Le cessioni di Donsah e soprattutto Iturbe hanno riportato il mercato del Verona su dimensioni più consone agli scaligeri, che da squadra più spendacciona ora si ritrovano a essere fra le più virtuose di questa sessione.
Il Sassuolo grazie a Patron Squinzi continua a dimostrarsi una squadra in ottima salute economica per gli obiettivi che si propone e può permettersi un mercato inaccessibile per molte delle sue concorrenti: la salvezza con queste premesse è un obbligo.
Udinese e Inter continuano il loro personale testa a testa per stabilire la squadra più virtuosa in assoluto come impatto sul bilancio annuale. Nonostante entrambe abbiano concluso altre operazioni in settimana, la distanza che le divide è sempre minima.
Infine il Genoa conquista il primo posto fra le squadre che hanno speso di meno (o per meglio dire incassato di più) nelle categorie costo dei cartellini e costi totali, grazie alla consueta rivoluzione della rosa attuata da Preziosi, sempre attivissimo sul mercato. In particolare questa settimana hanno portato soldi freschi la cessione diVrsaljko al Sassuolo e della metà di Boakye all’Atalanta.