Si parla sempre più insistentemente di diminuzione dei consumi legata all’ambiente, al surriscaldamento terrestre e, perchè no, alle astronomiche cifre che mensilmente o bimestralmente ci vengono addebitate dai fornitori di energia elettrica. Rendiamoci conto che tutti consumiamo. Consumiamo energia, ogni giorno, più o meno consapevolmente. Quando guardiamo la tv, quando scriviamo con la luce accesa o al computer, quando lavoriamo, quando cuciniamo e quando godiamo l’aria condizionata o quella del ventilatore nelle calde giornate estive. Sì, ma quanto costa quello che consumiamo?
Ho effettuato una piccola ricerca, per arrivare a poter definire il consumo di ogni oggetto alimentato da energia elettrica.
Dal watt al kilowattora
Le unità di misura normalmente utilizzate sono due, watt e kilowattora
- I watt sono quelli indicati sugli elettrodomestici o sui prodotti da collegare alla corrente elettrica. Per esempio, il mio caricabatteria del telefono riporta la dicitura 10 watt
- I Kilowattora sono invece indicati sulla bolletta e indicano quanta energia abbiamo consumato nel bimestre di riferimento.
E’ importate capire la correlazione tra un’unità e l’altra per arrivare alla definizione dei costi. Tecnicamente il watt è l’unità di misura di potenza mentre il kilowattora è l’unità di misura di energia. La differenza tra uno e l’altro sta nel tempo: la potenza di un elettrodomestico si traduce in consumo solo quando questo è collegato alla corrrente ed è in funzione.
In pratica il kwh rappresenta l’energia consumata in un’ora da un elettrodomestico di 1000 watt (1000 watt = 1 kilowatt), oppure un accessorio da 100 watt per 10 ore. Come vedete tutte le moltiplicazioni riconducono a 1000 come risultato. Un computer che normalmente ha una potenza di 200 watt per 5 ore è equivalente agli altri prodotti. Il caricabatteria del mio telefono da 10 watt per consumare un kilowatt dovrà essere collegato alla rete elettrica per 100 ore.
Dal kilowatt all’euro
Vediamo ora il costo medio di un kilowattora, in modo da renderci conto degli effettivi costi.
Normalmente, il costo di un kilowattora per uso domestico, nonostante una serie di fattori, arriva ad una media di € 0,20. Questo significa, tornando all’esempio precedente, l’accessorio da 1000 watt consuma 20 centesimi all’ora. Quello da 100 watt costa 2 centesimi l’ora. Il mio caricabatteria consuma 2 millesimi l’ora. Una lavatrice da 3000 watt consuma 60 centesimi l’ora.
Sia chiaro, il costo del kilowattora può essere differente da zona a zona, ma la media si attesta su quella riportata nei paragrafi precedenti.
Quindi, se io ricarico il mio telefono ogni notte per circa 2 ore, alla fine del bimestre il mio caricabatteria avrà consumato 1,2 kwh per un totale di circa 24 centesimi. Una cifra irrisoria in un bimestre ma se l’aggiugiamo a tutto il resto, televisore, forno, lavatrice, lavastoviglie, lampadine, radio, etc ecco che le bollette arrivano ad essere salate.
Lo standby consuma
Anche gli accessori in standby, per quanto poco consumino, producono un consumo. Per cui è sempre meglio spegnerli. Il televisore, se di nuova generazione, può consumare circa 1 watt l’ora quando è in standby quindi circa 2 euro all’anno. Sembra sempre una cifra banale, ma se aggiunta ai 10 euro l’anno di un cordless in standby, ad altri 10 euro l’anno per un decoder o ai 30 euro l’anno per un computer con casse audio e monitor ecco che si avrebbe un notevole risparmio. Uno studio effettuato in Gran Bretagna ha dimostrato che le lucine rosse di stanby degli apparecchi producono ogni anno 800 mila tonnellate di CO2 oppure, se preferite, 7 miliardi di kilowattora che è la produzione annua di due centrali elettriche.
Non sono diventato ecologista tutto d’un tratto, ma certe cifre spaventano, sia l’ambiente sia le tasche.