Se l’Italia tassasse la prostituzione come avviene in altri Paesi, potrebbe recuperare miliardi di euro. La proposta è del vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, che non ritiene coerente comprendere nel calcolo del Pil l’attività illegale delle prostituzione senza regolarizzarla come invece succede in altri Paesi europei.
Il senatore leghista, Roberto Calderoli
(fondazionemarinasinigaglia.it)
Stop alle ipocrisie sulla prostituzione. Secondo Calderoli è venuto il momento di rimuovere “quell’insieme di diktat e veti incrociati che provengono da una certa parte di benpensanti e dal mondo cattolico; da chi dice che non può essere riconosciuto lo sfruttamento della donna, anche se poi viene di fatto sfruttata tutti i giorni sulle nostre strade”.
Denaro e vantaggi per il bene dello Stato. Spazzando via ipocrisie e veti si potrebbe far arrivare denaro nella casse dello Stato “senza cercare affannosamente altre strade. Cifre troppo precise non è corretto farle, ma l’ordine di grandezza, la stima giusta è quella di miliardi di euro”. E non vi sarebbero solo vantaggi fiscali per un Paese alla perenne ricerca di denaro. “Si otterrebbero effetti benefici contro la criminalità, contro il diffondersi di malattie e si migliorerebbe il decoro delle strade, eliminando tutto quello che gira sui marciapiedi”.
La situazione della prostituzione in Italia, secondo Calderoli. A chi fa notare che le case chiuse sono immorali il senatore ribatte dicendo che si tratta di ipocrisia: “O uno e cieco – dice – o se va in giro vede cosa si trova sulle strade italiane e che c’è ben altro rispetto allo scandalo dei Parioli. C’è pieno di ragazzine di 14 e 15 anni che si prostituiscono. Questo è meglio?”.
Una decisione positiva per le casse dello Stato e per la salute delle prostitute. Insomma, regolarizzare questa attività oltre che rivelarsi positivo per le finanze dello Stato ”farebbe finire anche queste situazioni. Se tutto fosse registrato e controllato, di minorenni che si prostituiscono non ne vedremmo più”. Ci sarebbero poi “verifiche sanitarie che impedirebbero il diffondersi incontrollato di malattie sessualmente trasmissibili, e si ridarebbe dignità anche alla donna che svolgerebbe un lavoro, bello o brutto che venga considerato, riconosciuto”. Le “lucciole” potrebbero liberarsi dallo sfruttamento della criminalità e svolgere la funzione come libere professioniste, riunirsi in cooperative o fondare società per azioni.
Il Governo, il Parlamento ed i cittadini. “La forma giuridica non è importante – dice Calderoli – basta che quello che fanno la facciano autonomamente dove e come vogliono, ma in maniera regolare, registrata e controllata. E soprattutto paghino le tasse così come avviene altrove”. Ma visto che per il senatore governo e parlamento non intendono occuparsi della questione se ne occuperanno i cittadini. “Abbiamo presentato una proposta referendaria e crediamo che già a novembre la Cassazione dovrebbe dare un primo responso. Passato poi il giudizio di ammissibilità io credo che sia possibile per gli italiani votare a primavera per l’abolizione della legge Merlin. E ritengo che il 75% dei cittadini sarà a favore”. (ANSA)
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