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Calendario dell'avvento - 22 dicembre

Creato il 22 dicembre 2013 da Odio_via_col_vento

 

Calendario dell'avvento - 22 dicembre

David Hockney, My parents

 

Il Natale degli anziani di oggi. Quelli sui novant'anni e oltre, direi. Perché gli anziani di una volta saremmo stati senz'altro noi, che oggi ci definiamo "anziani" solo specificando un "tra virgolette", per scherzo insomma. O in cerca del complimento che più o meno veridcamente ti dica: "ma no, che anziana, ma scherzi?".
L'età media si è spostata di un paio di decenni almeno e quindi eccoli, i nuovi anziani. Come poi ci arrivino a quell'età è un altro conto.

Anche in famiglia e dintorni ne abbiamo qualcuno: la Nonna Bianca e la Nonna Nera, per esempio.

Una arzilla e pimpante, che allieterà di racconti assurdi e di ricordi improbabili il nostro Natale, in gara col figlio (mio cognato) a cui dà ancora dei punti.

L'altra (mia suocera) che invece non vuole assolutamente più uscire dal confortevolissimo rifugio del pensionato di suore amorevoli in cui si è fatta il nido, avvolta nei suoi orari e nella sua paura del mondo esterno, sempre più popolato di fantasmi dei Natali che furono.

La madre del nostro amico, una tutt'ora mitica "Nonna Mery" che ha attraversato la vita con la tempra della montanara, sopravvivendo al suo tempo, sopravvivendo anche ad una amatissima nuora. E che ad un certo punto pare aver deciso che ricordare e orientarsi era troppo doloroso e adesso, persa nella nebbia azzurrognola della smemoratezza, saluta il figlio dicendogli: "Porti gli auguri di Natale da parte mia a sua madre, mi raccomando".

Il Natale di un signore anziano che ho trovato nella sala d'attesa dello studio del medico, qualche giorno fa. Affamato di compagnia, di parlare con qualcuno. Raccontava in poche parole la sua vita: la moglie morta di Alzheimer, lui che si reggeva male sulle gambe e quindi non poteva vivere da solo, i figli che se lo dividevano: ma in che modo! Cena e notte a casa del figlio; poi via, ancor prima di colazione, a casa della figlia dove passava tutto il giorno, per poi ripresentarsi verso l'ora di cena dal figlio. E i giorni festivi in un'altra città, dalla terza figlia.
Come se non bastasse quella trottola, nessuno gli dava le chiavi di casa e lui era costretto ad aspettare, la sera, che la nuora rientrasse per aprirgli e quindi stava nello studio del medico anche se non doveva farsi visitare, per avere un posto asciutto e caldo e non aspettare per strada.

Che sia un buon Natale, per tutti loro.
La vita è bella, sì.
Talvolta. E non a tutte le età, certo. 


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