di Iannozzi Giuseppe
In pratica Calisto Tanzi non farà un solo giorno di prigione, nonostante il crac Parmalat. Ma se un comune mortale avesse rubato per fame mezzo litro di latte Parmalat in un qualsiasi supermercato e fosse stato beccato, poco ma sicuro che sarebbe finito in carcere per direttissima e tre anni di galera non glieli avrebbe levati manco Dio.
E’ dunque questa la giustizia italiana, quella che dovrebbe essere uguale per tutti?
La Procura milanese, nell’ambito dell’inchiesta sul crac Parmalat, aveva chiesto l’arresto di Tanzi, si temeva difatti una sua possibile fuga. Calisto Tanzi, 73 anni, è oggi ai domiciliari, in pratica fa la bella vita a casa sua.
Il primo arresto di Tanzi è stato predisposto nell’ormai lontano 2003. Il 18 dicembre 2008 è stato condannato in primo grado; il 26 maggio 2010, dalla Corte d’appello di Milano, è stato condannato a 10 anni di reclusione per aggiotaggio.
Il processo a Parma per bancarotta fraudolenta si è concluso il 9 dicembre 2010 con la condanna a 18 anni di reclusione. Ma la Quinta sezione penale della Cassazione ha accolto la richiesta dei legali di Tanzi ribaltando la decisione della Libertà di Milano.
Calisto Tanzi era stato nominato Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana il 27 dicembre 1999 su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri. L’Onorificenza è stata revocata nell’agosto 2010 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La Gran Croce gli fu assegnata nel Natale del 2000 da Carlo Azeglio Ciampi. Anche l’Onorificenza in qualità di Cavaliere del Lavoro è stata revocata, nel settembre 2010, per indegnità dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’Onorificenza era stata conferita all’ex patron della Parmalat il 2 giugno 1984, con decreto firmato dall’allora Capo dello Stato, Sandro Pertini.
Ed oggi Calisto Tanzi è ai domiciliari.
Perché questo ribaltone della sentenza? E’ forse un ribaltone con dietro degli oscuri giochetti politici? Il sospetto è legittimo.