Di Antonio Patti, nostro inviato
Colonia. La prova di Call of Duty: Advanced Warfare si è concentrata su alcune modalità multigiocatore offerte dal gioco di Activision.
Abbiamo provato i classici Cattura la bandiera e Team Deathmatch ma anche la nuova modalità Uplink sulla versione di gioco Xbox One, console su cui era basata l’anteprima a porte chiuse in quel di Colonia in occasione della Gamescom 2014.
GRAFICA PIU’ SOLIDA, GAMEPLAY CON ASSI NELLA MANICA
Prima di entrare nel dettaglio delle varie modalità occorre spendere delle parole per il comparto tecnico ordito da Sledgehammer Games, sviluppatori del gioco. Graficamente, il nuovo Call of Duty, si è presentato più solido che in passato, fluido e sempre reattivo nella risposta ai comandi.
Il comparto sonoro ci è sembrato quello di sempre, così come il comportamento fisico di armi, corpi e cose.
Assente qualsivoglia interazione ambientale, quasi a voler rimarcare una specie marchio di fabbrica per distinguersi dal concorrente diretto: Battlefield. Peccato che i concorrenti siano di più, Titanfall e l’arrembante Destiny sembrano più avanti rispetto a Call of Duty, ma la produzione di Activision ha diversi assi nella manica.
Prima di tutto l’implementazione dell’esoscheletro potenziato, in dotazione ad ogni soldato, permette un doppio salto comodo per raggiungere punti elevanti impossibili da conquistare naturalmente.
Non solo: è possibile fare una schivata più estesa o cagionare più danni fisici quando ci si ritrova a tu per tu con l’avversario.
L’altro asso nella manica è dato dalla leggera rivisitazione della personalizzazione del proprio alter-ego, che riparte dal graditissimo sistema di Call of Duty: Black Ops II e lo espande garantendo centinaia di nuove personalizzazioni e senza mai scadere nello sbilanciamento.
Infine c’è un ulteriore potenziamento, chiamato Exo, che permette di ottenere, per alcuni secondi, certi vantaggi: invulnerabilità ai proiettili, maggiore prestanza fisica, migliore capacità di usare certe armi ed altro ancora.
LE MODALITA’ PROVATE
La prima modalità che abbiamo provato è stata Cattura la bandiera. Il gioco è veloce, frenetico ma non per questo privo di tattica. Se affiancati dai giocatori giusti è possibile accerchiare oppure adottare strategie di ingaggio più particolari, magari coadiuvati dall’esoscheletro che permette azioni prima impossibili da concepire.
Siamo stati più volte messi al centro del fuoco incrociato nemico perché era più abile nello sfruttare la prestanza fisica data dall’equipaggiamento futuristico, mentre noi pensavamo di fare qualcosa con le nostre sole forze.
In modalità Team Deathmatch le sensazioni sono quasi identiche a quelle che si provano sugli altri giochi della serie. Durante questa prova abbiamo notato che l’uso del doppio salto è limitato alle zone che gli sviluppatori hanno previsto, impedendoci di raggiungere altezze e punti desiderati nonostante fossimo nel pieno centro della mappa.
Forse, trattandosi di una versione dimostrativa, non tutte le peculiarità di gioco erano disponibili e complete e al di là di questi impedimenti abbiamo comunque constatato che lo sviluppo dell’azione anche in verticale aggiunge nuova linfa ad una modalità che potrebbe sempre correre il rischio di ristagnare dopo poche partite.
La modalità Uplink è quella nuova ed inedita per la serie. Si tratta di una variante di Cattura la bandiera e ricorda, per certi aspetti, la modalità Teschio vista in Halo.
Due squadre si scontrano e lottano per ottenere una sfera che contiene dati importanti. Questa, una volta raccolta, impedisce di usare le armi (va tenuta con entrambe le mani) e deve essere portata al sistema di Uplink più vicino per far breccia nelle difese informatiche nemiche. Vince la squadra che esegue questa operazione più volte.
CONCLUSIONI