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Calunnie su Napolitano nel sito del Quirinale

Creato il 15 maggio 2013 da Albertocapece

napolitano1Devo denunciare un  fatto gravissimo, probabilmente un vero e proprio complotto volto a proporre contenuti“lesivi dell’onore e del prestigio del presidente della Repubblica”. Si cari amici, le calunnie e le offese nei confronti di Napolitano non riguardano sole le 22 indagini autorizzate dalla Cancellieri per commenti un po’ vivaci sul blog di Grillo, né basta mobilitare l’intera polizia postale, la Digos, la marina, la Dia, l’Ovra  con spese stellari per tranquillizzare il romito del Quirinale e la Boldrini, perché la calunnia e la menzogna si nascondono forse all’interno stesso del Palazzo.

A questo si è arrivati a forza di praticare l’eccessiva libertà di parola: che un povero padrone del Paese viene censurato e processato se dice  che l’ultima ganza semi adolescente distesa sul lettone di Putin è la nipote di Mubarak, mentre qualsiasi poveraccio senza lo straccio di un posto al Parlamento, privo persino di una regalia dell’Ilva, un  qualsiasi cane in chiesa insomma, può liberamente dire la sua sul presidente della Repubblica. Abbiamo davvero toccato il fondo. Ma come dicevo questo abuso nasce nel cuore stesso del Palazzo. Pensate che nel sito del Quirinale si trova una concisa biografia di Napolitano ( qui se siete curiosi) nella quale si sostiene: “Fin dal 1942, a Napoli, iscrittosi all’Università, ha fatto parte di un gruppo di giovani antifascisti…”

Orrenda calunnia che porto all’attenzione della ministra Cancellieri per le opportune indagini. Infatti il presidente Napolitano in quell’anno 1942, con viva e vibrante lungimiranza, si era iscritto al Guf, cioè ai gruppi universitari fascisti dell’università di Napoli, come egli stesso scrive nella propria autobiografia e come è provato dalla sua attività nella rivista di arti e spettacolo IX maggio (titolo in ricordo della proclamazione dell’impero). Faceva insomma parte dei celebri “gufari” di cui il meglio che si possa dire è che stavano con i piedi in due staffe,  pronti a saltare sul carro del vincitore, da veri e autentici rappresentanti della cultura italiana. Solo a guerra finita, perché non si mai, si iscriverà al Partito Comunista senza che però nulla si sappia della sua conversione o della sua attività nella Resistenza o di dove fosse durante le quattro giornate di Napoli del ’43 . Chi dunque ha scritto questa offensiva panzana dell’antifascismo sul nostro presidente e non su un qualche blog, ma direttamente sul sito del Quirinale?

Certo con tutti gli hacker che ci sono in giro, il web è davvero un oceano di nequizie, ma adesso davvero si rischia di esagerare e ci vuole una giusta e severa attenzione. Forse lo stesso presidente memore del Guf e della censura fascista, potrebbe dare al legislatore  delle autorevoli e puntuali indicazioni.


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