Sull’onda della nuova fioritura dei formati digitali, si rinnova il ciclo di vita del libro negli Stati Uniti. Qualcosa di inedito muove in avanti gli ingranaggi dell’editoria tradizionale. E la conferma arriva dai fatti. Una tendenza evidenziata, in modo trasparente, dal fortunato esordio letterario di Karen Russel, Swamplandia: passato, in meno di un anno, dalla prima edizione alla versione tascabile. Precedente che ha travolto ogni abitudine tra gli scaffali delle librerie, e ora detta nuove regole a tempi e costi di produzione. Del resto a segnalare l’eccezionalità della situazione c’è anche una contrazione nei tempi medi di uscita da hardcover, volume rilegato in copertina rigida, a paperback, legatura in brossura e copertina morbida: da 12 a 5 mesi negli Usa, da 24 a 12 mesi in Italia.
Tutto legato alla rivoluzione tecnologica degli e-book, che dopo anni di lenta crescita ai margini del mercato, è esplosa fino a rappresentare il 25% delle vendite. Ed è proprio qui che si cela il vero problema per gli editori, che si sono ritrovati con un prezzo della carta non competitivo e hanno dovuto rilanciare la sfida puntando sul low cost. Numeri alla mano, il caso Italia dimostra che laddove gli e-book occupino solo l’1% dei lettori il ciclo di vita del libro sembra ugualmente alterarsi. Come spiega il successo di Tua, intenso romanzo sulla società americana della scrittrice argentina Claudia Pineno. Uscito a gennaio, dopo otto mesi Feltrinelli pensa già a una pubblicazione nella collana economica. Una conferma indiretta sul trend arriva anche dal lancio a pochi mesi di distanza dei due marchi “Numeri primi” e “Vintage”. Edizioni tascabili, in catalogo per Mondadori ed Rcs.
Uno scenario di grande mutamento ben presente a Stefano Mauri, presidente del gruppo Gems, che rileva la differenza con quanto sta accadendo al mercato americano. «Siamo in una situazione molto diversa da quella americana dove la casa editrice che pubblica il libro rilegato non è la stessa del tascabile. In Italia un tascabile esce quando si ritiene che l’hardcover abbia esaurito le sue potenzialità». Una tendenza in rapida espansione secondo Raffaello Avanzini della Newton Compton. «E questo accade sempre più velocemente, capita che libri di successo vengano proposti in tascabili dopo sette, otto mesi».
Con le edizioni economiche, ecco due problemi in meno, con l’allungamento la vita del libro ma sopratutto con il favore della tendenza al low cost. Basti pensare che tra il 2009 e il 2010 le vendite dei tascabili sono salite del 10,8%, rispetto all’1% delle edizioni rilegate, arrivando a coprire il 18,1% del mercato. E a sostegno dell’operazione la necessità di trovare una soluzione per gli oltre sessantamila titoli che ogni anno invadono le librerie, con l’effetto di ridurre oltremodo i tempi di esposizione sugli scaffali.
Quanto all’ipotesi di una terza via Antonio Riccardi, direttore di catalogo delle case editrici del gruppo Mondadori, precisa: «Abbiamo pensato a una fase intermedia tra quella in hardcore e il paperback per rispondere alle esigenze dei lettori forti». Una risposta circoscritta che punta a lanciare un segnale ancora più netto in un domani caratterizzato dagli e-book. «Mediamente si passa dalla prima edizione al tascabile in un arco che va dai 12 ai 24 mesi. “Vintage” – spiega Massimo Tuchetta, direttore generale Rcs Libri – si inserisce in questa fase intermedia, interessante anche per il futuro».
Iacopo Bernardini
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