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Cambiamenti climatici: quali obiettivi si propone l’Europa?

Creato il 25 gennaio 2014 da Molipier @pier78

Scritto da: Genny Sangiovanni 25 gennaio 2014 in Ambiente, Attualità, Esteri, News, Politica Inserisci un commento

Il 22 Gennaio la CommissioneEuropea ha esposto i suoi obiettivi climatici per il 2030. Principalmente si cercherà di ridurre le emissioni di gas serra e di produrre energia da fonti rinnovabili. Gli obiettivi sono il risultato di un lungo negoziato con i paesi membri dell’Unione.

La riduzione delle emissioni di anidride carbonica dovrà essere del 40% rispetto ai livelli del 1990. Alcuni paesi chiedevano una riduzione inferiore tuttavia la percentuale concordata è inferiore alle richieste di Greenpeace ed altri gruppi ambientalisti che ritengono che il 40% non sarà sufficiente ad evitare l’aumento della temperatura terrestre di oltre i due gradi centigradi come previsto dagli obiettivi della conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che si terrà a Parigi nel 2015.

Almeno il 27% della produzione totale europea di energia dovrà provenire da fonti rinnovabili, il 27% si riferisce al complesso dell’Ue non ai singoli stati. Questa soluzione è frutto di un compromesso tra il Regno Unito (che non era d’accordo ad un obiettivo vincolante) e il gruppo guidato dalla Germania.

Altri importanti annunci sono la futura riforma del sistema di scambio dei crediti per le emissioni di anidride carbonica e le prime linee guida sullo sfruttamento del gas di scisto (la Commissione si era precedentemente rifiutata di stabilire una normativa vincolante). Lo scisto è una roccia sedimentaria che si sfalda per piani paralleli, è ricca di materiale organico e la sua rottura permette l’estrazione di gas naturale (che si trova a circa mille metri di profondità). L’estrazione è possibile con la fatturazione delle rocce, sparando nei pozzi acqua mista a sabbia e sostanze chimiche per consentire al gas di risalire in superficie.

Il Financial Times ritiene che i nuovi obiettivi siano un passo indietro rispetto alla strategia 2020, la Commissione ha infatti tenuto conto anche delle difficoltà dell’economia europea e delle preoccupazioni sui prezzi dell’energia che, si ritiene, possano aumentare a seguito delle nuove misure facendo ridurre la competitività delle aziende europee. Per questo il Foreign Policy ha spiegato che le industrie europee pagano il doppio per i consumi di elettricità rispetto a quelle statunitensi. Il gap non dipenderebbe però dalle misure europee contro il riscaldamento globale, quanto dall’esponenziale aumento dell’utilizzo del gas di scisto negli Usa.

Via|internazionale

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