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cambiano le procedure della decisione politica. da Non si vive di belle parole, di Angelo Pamebianco – in Corriere della sera 17 marzo 2014

Creato il 21 marzo 2014 da Paolo Ferrario @PFerrario

il (necessario) nuovo stile di Matteo Renzi

Fino a poco tempo fa il sistema funzionava così:

  • veniva annunciato un nuovo, meraviglioso, provvedimento. I media, per lo più, lo presentavano come cosa già fatta.
  • Dopo qualche tempo arrivava, se arrivava, la decisione, con i crismi del decreto legge
  • o magari (ma doveva passare molto più tempo) con quelli della legge votata dal Parlamento in pompa magna
  • . Già lì c’era la prima doccia fredda: gli addetti ai lavori scoprivano che fra il provvedimento annunciato e quello varato c’era un grande scarto
  • Ma questa informazione arrivava attutita all’opinione pubblica.
  • E la cosa non finiva lì. Dopo, scattava il complicatissimo iter burocratico dell’attuazione durante il quale il provvedimento veniva ulteriormente triturato e, spesso, pervertito.
  • Gli scopi iniziali venivano sovente abbandonati e sostituiti tacitamente da altri.

Alla fine della fiera, e dopo parecchi mesi, i soliti addetti ai lavori scoprivano che il provvedimento non aveva sortito alcun effetto oppure solo effetti negativi: niente che assomigliasse, neppure alla lontana, alle meravigliose novità a suo tempo annunciate.

L’opinione pubblica, ormai distratta da altro, neppure veniva a saperlo.

Adesso, anche i sassi sanno che non bisogna fidarsi: che non bisogna guardare solo alle decisioni che vengono prese ma aspettare di vedere quale ne sarà la attuazione, ciò che conta davvero.Perché questo cambiamento dell’atteggiamento dell’opinione pubblica è positivo?

Perché apre la possibilità di imporre anche in Italia ciò che gli anglosassoni chiamano accountability : sei responsabile di ciò che mi prometti e ti giudicherò non per le promesse ma per i fatti che seguiranno, o non seguiranno, alle promesse

 

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