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Cambiare casa, cambiare vita, cambiare blog

Da Marcoscataglini
Signori, si cambiaaa! Non treno, ovviamente, ma organizzazione mentale, vita, quotidianità e dunque blog. Tra poco, non ora, subito adesso, per carità. Ma  tra qualche giorno, o decina di giorni, rinnoverò del tutto la mia organizzazione online. Direte: e chi se ne frega, mica sei Steve Jobs! D'accordo, ma se state leggendo questo post, non sarò mica l'unico pirla ad essere connesso di domenica, no? E non mi fate arrabbiare, porcaputtana.Cambiare casa, cambiare vita, cambiare blogDicevo: cambierò blog e inaugurerò un nuovo sito. Non è che per questo smetterò di scrivere le mie cazzate (e soprattutto di pensarle, che è peggio), ma ho deciso che le cazzate è anche bene farle, ogni tanto (o almeno più spesso e con più metodo di quanto mi capiti casualmente). Una cazzata organizzata si chiama business, una casuale resta una cazzata, e non è bello, proprio no.Non mi piace far finta di essere uno di quelli votati al bene della causa (fotografica) e dell'arte (fotografica) indifferente ai guadagni e alle lusinghe del mercato. Da quando ho cominciato a chiedermi come sia possibile mettere insieme il pranzo con la cena ed arrivare a fine mese senza le pezze al culo, come dicono i francesi (ah ah ah), ed in questo sono sempre stato precoce -mia madre diceva che uscito dall'utero invece di fare hueee ho chiesto: ma quanto ci costa 'sta clinica? - ho sempre cercato di capire come fare in modo che lavoro e passione non fossero separati. In altre parole ho sempre trovato fosse una stronzata passare gran parte del proprio tempo facendo cose che non piacciono per guadagnare abbastanza soldi per fare, nel poco tempo restante, ciò che piace: perciò, visto che mi piace fotografare, ho deciso che volevo fare il fotografo. Solo che la società (quei milioncini di bipedi là fuori che non ne vuole sapere di foraggiare le tue passioni, idioti che non sono altro!) cerca di farti pagare molto cara questa scelta. In fondo, se ti piace fare ciò che fai, allora non lavori. Caratteristica del lavoro è che non deve piacere: hai da soffrì, come dicono a Roma.Beh, la sto facendo lunga. Scusate.Torno al punto: questo (fotografare, ma anche scrivere boiate online, tenere un sito, ecc. ecc.) è il mio metodo di guadagnarmi da vivere. Senza ipocrisie, se non guadagni ci sarà sempre qualcuno che ti indicherà prima la zappa e poi il campo da dissodare. E ce n'è, nonostante la colata di cemento che ci assedia, di terra da coltivare! Perciò ho preso alcune decisioni: prima di tutto focalizzerò il mio interesse sulla fotografia che davvero a me piace, quella creativa, principalmente bianco e nero, vintage, d'atmosfera (diciamo neopittorialista, va) e sui materiali e gli accessori necessari a realizzare questo tipo di immagini, con particolare attenzione alle vecchie tecniche analogiche (pellicola, insomma); poi sto creando un sito, con annesso blog, in cui ragionerò su questo modo di intendere la fotografia, e in cui metterò in vendita accessori, fotocamere ed altro. Tutti voi (non siete tanti ma come si dice? Pochi ma buoni: e tenete conto che odio le frasi fatte) sarete invitati a navigare nel mio sito. Spero che verrete, magari portando amici.Vabbè: debbo andare a fare la spesa. Ne riparliamo con calma. Intanto: buon autunno a tutti (è il periodo più bello per fare le foto)!

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