Freestyle!
Come detto nel post precedente, per il Bryce Canyon, nostra tappa programmata di oggi, è prevista addirittura “neve”, ragion per cui abbiamo adottato delle strategie per evitare di avventurarci troppo.
Dunque, il nostro fido concierge ci ha tracciato la rotta e dopo aver guardato un po’ sui nostri telefonini di 3° generazione iperconnessi cosa ci fosse da quelle parti, ci siamo decisi a seguirlo fedelmente. In marcia dunque.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Ci impacchettiamo ben bene, tutoni da pioggia compresi visto che il cielo è inclemente e l’asfalto bagnato. Forse pioviccica anche un po’...ma non ci giurerei. La nostra prima tappa del nuovo tragitto sarà Sedona. Ripercorriamo la lunga e dritta strada fino alla statale 40, il tempo migliora quasi subito e Fede si sente ispirato e produce il filmato che potete ammirare qui sotto...
Ripercorriamo in pratica la strada in direzione Flagstaff e lo spettacolo inizia quando imbocchiamo la 89A che scende letteralmente dentro un canyon verso Sedona. Guidiamo piano e cerchiamo di goderci la strada. Il paesaggio è veramente suggestivo ma la strada è strettina e curvosa (aah era ora!) e noi non riusciamo a cogliere un attimo per fermarci in una delle poche, piiiicole aree sosta per fare qualche foto a quel che vedono i nostri occhi. Ne prendiamo in prestito una da google streetview per rendere meglio l'idea.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Arrivare a Sedona è un po’ una delusione. La cittadina immersa in un CANYON di un rosso intenso, è molto bella e suggestiva, ma anche moooolto turistica e piena come un ovetto kinder, tanto da non farci trovare un pezzettino di asfalto per parcheggiare velocemente le due belve e farci un minigiro. La spiegazione è semplice: è domenica e questa è una nota meta turistica, sia per dove è situata sia per la sua storia.
La nostra allergia alla folla ci fa fuggire via, giusto il tempo di fare un paio di foto e di nuovo in sella!
Sosta carburante prima di uscire dall’abitato dove incontriamo l’ennesimo indigeno che ci fa le domande di rito “da dove venite, dove andate, anche io sono motociclista” fa sempre piacere scambiare due chiacchiere con i biker!!!
Uscendo da Sedona seguiamo le indicazioni del concierge che ci aveva anche indicato il Page Spring Restaurant per mangiare un boccone lungo la strada (quindi sapeva che vi avremmo messo un tot...allora non ha mentito, ha davvero fatto anche lui quel giro!) la strada si rimpicciolisce fin quasi a diventare una sterrata stile Hazzard e ad un certo punto di imbattiamo nel locale.
Fede : Da fuori si vedeva poco. Macchine parcheggiate, moto parcheggiate, sicuramente un chopper, e non so perché mi è salita la carogna sulle spalle (troppi file/serie tv) ed ho pensato “qui entriamo, troviamo il classico locale fumoso con brutta gente e biliardo, ci squadrano e poi è fatta!!!” Giuro, ho tentennato accampando scuse a caso fin quando mia moglie non mi ha quasi dovuto trascinare dentro!!!
Naturalmente nulla di quello che pensava Fede si è avverato, niente biliardo, niente fumo, locale tranquillissimo, ampie finestre che affacciavano tutte sulla parte opposta famiglie che mangiavano tranquille e serene ed 1 motociclista seduto al bancone. Certo un tipo particolare. Un reduce di guerra. Brillo al punto giusto da rivolgersi a noi per dirci ridacchiando che in quel posto “non servivano da bere ai motociclisti” :) Il ghiaccio è rotto. Ci accomodiamo e una gentilissima cameriera prende le nostre ordinazionil.
Un aneddoto simpatico, quando ci chiede cosa beviamo Fede chiede una birra locale, affidandosi ai consigli della signorie e quando è tornata indietro con le bevande ha detto che il consiglio della birra era giunto dal simpatico ominide ridacchiante al quale fede un gesto di ringraziamento alzando il calice. AAAAAH, ci sentiamo integrati nell’ambiente.
I sandwich sono enormi e superfarciti che quasi non riusciamo a finire (abbiamo detto quasi...), ed è già ora di rimettersi in marcia, di strada da fare ce n’è ancora abbastanza.
Bruuuum e si va. Prossima tappa Jerome, the Ghost Town. Ci arriviamo ma la cittadina arroccata sui tornanti è tutt’altro che fantasma.
Immagine di Dustin (copyright)
Non tentiamo neanche di fermaci, uno sguardo veloce mentre passiamo. Ci fermiamo a sgranchirci le gambe appena fuori. Due foto e poi "daidaidai" che per la notte non ci siamo ancora.
A questo punto non ci rimane che guidare fino almeno a Ashfork o eventualmente a Saligman, due dei posti che concierge ci aveva preventivato per la notte.
Arrivati sulla statale nella località di Ashfork ci troviamo a dover scegliere tra andare ancora avanti e provare a raggiungere saligman o tornare indietro verso williams. Il fatto è che il sole sta calando e guidare di notte lo evitiamo volentieri se possibile. Siamo un attimo in stallo. Ci fermiamo e decidiamo di premurarci di informare Bryce Canyon del nostro cambio di rotta. Ricordiamo che le nostre notti erano tutte prenotate. Immaginate quindi la sorpresa quando da Bryce Canyon rispondono che non gli risulta una camera a nostro nome. hm....vabbè!?
Decidiamo di imboccare la mitica route 66 fiduciosi di trovare un comodo accomodamento (ihih) in quel di Seligman per la notte (ad Ashfork non c’è un c¶@#o!!!). Giungiamo nella pittoresca cittadina di Saligman proprio mentre il sole sta calando dietro l’orizzonte e tra i tanti motel che affacciano sulla strad...no, sulla ROUTE 66 (non si può chiamare solo strada!!!) ne scegliamo uno d’istinto dal nome CANYON LODGE, per rimanere in tema con la tappa precedente.
Manu va a chiedere se hanno posto per due stanchi motociclisti e scopre con sorpresa che il tipo che gestisce il Lodge è un Tedesco, venuto negli Stati Uniti per piacere e rimasto lì perchè innamoratosi del posto.
La caratteristica del suo Lodge è quella di avere le stanze a tema : Stanza Merilyn Monroe, Elvis, James Dean, e noi ci siamo accomodati in quella allestita in stile Honey Moon! Un po’ kitsch, ma molto carina. Dotata di un grande specchio a lato del letto (capisci a me...), un materassone comodissimo, innumerevoli cuscini ed il primo TV LCD incontrato sin ora.
Stanchi ma affamati usciamo per andare nell’unico posto che nell’arco delle 24 ore precedenti ci era stato segnalato da ben due persone che non si conoscevano tra loro il consierge e il nostro nuovo host, entrambi ci hanno detto che avremmo avuto uno sconto del 10%, uno facendo il suo nome e l’altro mostrando la chiave del LODGE...chissà se ce li faranno cumulare?!!
Da Lilo’s Cafè quindi!
Uscire in moto, senza casco, per fare neanche un miglio in un paesino semideserto ti fa veramente sentire come in un film. Arriviamo da Lilo’s sulla rombante Fatboy e ad accoglierci c’è un gigantesco gattone nero di quelli gonfiabili, ovvia decorazione di Halloween prossimo venturo. Anche Lilo’s come il Lodge è gestito da una germanica signora.
Il menù è variegato e leggermente diverso dal solito. Fede finisce con il prendere un bellissimo e buonissimo Hamburger con salsina di funghi che non era niente male. Arrivati al dolce Manu si lascia ingolosire ed io non mi oppogo, chiede una fetta di torta alle carote della casa....ci ha portato una porzione di torta che sarebbe bastata per almeno 4 o 5 persone!!! Per fortuna il hanno il box to go.
E' il momento di chiedere il conto. Facciamo presenti le nostre referenze alla cameriera che sorride, pronuncia il nome del consierge chiedendoci come stesse e poi ci fa lo sconto...singolo però eh, sia chiaro.
Stanchi ma soddisfatti per questo primo giorno "fai da noi", torniamo nella nostra stanza HONEY MOON per il meritato riposo.
Ecco un video riassunto di questa tappa sulle note di "Get your Kicks on Route 66" di Chuck Berry...
A presto anche le foto nella nostra gallery su Picasa....