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Cambio di prospettiva

Creato il 19 settembre 2011 da Fabio1983
Nel momento più buio del Pdl – inutile girarci intorno, quando le circostanze non gratificano Berlusconi è tutto il partito a risentirne – dalle opposizioni ci si aspetterebbe altro che una semplice rievocazione dell’Ulivo (“nuovo”, dicono e possibilmente distante anni luce dalle logiche dell’Unione). Fanno bene – molto bene – coloro i quali ricordano che il Pd non è stato lì sempre a guardare (la storiella dell’Idv unico partito di opposizione è una favola per turisti), che ha delle proposte programmatiche peraltro già illustrate e tutto il resto. Ma a Vasto, venerdì, non c’è stata una sintesi di governo tra Bersani, Di Pietro e Vendola. Piuttosto, all’unità di intenti è stata sovrapposta la distanza siderale che contrappone l’Idv al Pd (o almeno una buona parte del Pd) nei confronti di una possibile intesa con l’Udc, auspicata con leggero distacco dal segretario democratico e molto cara invece a D’Alema. Un tema, quest’ultimo, che ha innescato un’inutile polemica tra Di Pietro e Casini che di per sé impone un ragionamento diametralmente opposto a quello di Bersani. Le contraddizioni nel centrosinistra (ce ne sono), non ultime quelle nel Pd (soprattutto attorno alla raccolta firme per il referendum antiporcellum promosso da Parisi) sono deleterie in vista di un voto che non sembra tanto in là. Se davvero c’era l’intenzione di coinvolgere l’Udc nel progetto del centrosinistra che verrà, allora serviva agire diversamente. Anche perché l’impressione, abbastanza condivisa, è che Casini stia guardando altrove e anche il Pd, dalla sua, non deve correre il rischio di pensare esclusivamente al dopo Berlusconi più immediato, ma cogliere la differenza su ciò che sarà il post berlusconismo.

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