Nell’arco temporale di soli due mesi , nella città di Maroua, nel Camerun settentrionale, per una sopraggiunta improvvisa epidemia di malaria (la notizia la riferiscono alcune organizzazioni umanitarie operanti in loco) si sono registrati addirittura mille decessi e un numero di contagiati, che si avvicina mediamente alle 40 mila unità.
Le autorità governative, com’è prevedibile, minimizzano il tutto e riducono i numeri di parecchio ma la situazione è oggettivamente preoccupante in quanto le persone colpite sono poi, soprattutto, donne incinte e bambini.
Intervistato, il segretario del Programma nazionale alla malaria (Pnlp) accusa le popolazioni locali d’avere fatto ricorso esclusivamente alla medicina tradizionale con risultati molto discutibili.
E aggiunge che il termine della stagione umida è inevitabile che porti con sé una recrudescenza di zanzare, autentici killer di fisici deboli e, magari, già provati.
Poiché il problema “malaria” riguarda un po’ tutto il Camerun in determinati periodi dell’anno, con un tasso di mortalità del 20-25 % , nel 2011 il governo centrale ha distribuito gratuitamente 9 milioni di zanzariere ma, come si evince agevolmente la gravità del problema non è di così facile risoluzione.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) in tutta l’Africa, ogni anno, muoiono per la malaria almeno 660 persone. In particolare bambini sotto i cinque anni di età.
Una lieve speranza è data attualmente dalla sperimentazione di un nuovo vaccino anti-malarico, già testato ma che potrà essere utilizzato solo a partire dal 2015.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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