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CAMMINARSI DENTRO (306): Dentro la foresta dei sentimenti

Da Gabrielederitis @gabriele1948

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Lunedì 14 novembre 2011

È così! Capita… All’improvviso un velo di tristezza… senza ragione apparente… Forse perché per troppo tempo si è andati avanti automaticamente… una cosa dopo l’altra… perché non c’era il tempo di riflettere… perché non c’era la voglia… perché… Ma è inutile cercare di capire i perché. È così. E allora tanto vale prendersi questa tristezza che arriva all’improvviso e aspettare che passi. Tanto le carezze che arrivano dall’esterno in questi momenti non servono a molto. Soprattutto quando apparentemente non c’è alcun motivo di essere tristi…

Queste parole appartengono alla filosofa Michela Marzano, che le ha pubblicate oggi sul suo sito, sotto il titolo Un velo di tristezza.
Un ‘velo’ di tristezza fa pensare a un’esperienza che ci è ben nota e che non facciamo fatica a ricondurre alla classe degli oggetti che chiamiamo stati d’animo, condizioni transitorie, che sopraggiungono non si sa bene da dove e che altrettanto facilmente vanno via.

Quello che ci fa parlare di loro e che ci fa dire di essere stati assaliti dalla tristezza, ancorché solo da un velo, è forse il fatto che «le carezze che arrivano dall’esterno in questi momenti non servono a molto»: è solo un velo che cala su di noi senza una ragione e una causa apparente? La sua consistenza sarà ben più grande, se resiste alle carezze, a cui pure è difficile resistere.

Il 15 novembre Michela Marzano è tornata così sull’argomento:

Dovrei saperlo, e invece ogni tanto me lo dimentico. L’amore che si riceve dagli altri è sempre tanto grande. Talmente grande che è folle e stupido dimenticarsene… Perché anche quando si ricevono porte in faccia e cattiverie, poi c’è sempre qualcuno che si avvicina e che trova quella parola giusta, quella frase, quel gesto che ripara tutto… Leggendo alcuni dei commenti al mio post di ieri mi è tornato il sorriso… Perché c’era tanto amore. Veramente tanto. Insieme a tutte quelle parole perse e poi pian piano ritrovate. Perché dietro la mia tristezza c’è sempre la stessa cosa… quella bambina che sono stata e che ogni tanto riappare… quel sentimento di inutilità… quella voglia di far meglio e di non riuscirci… quel perdono che talvolta non riesco a darmi… quell’amore che nel passato ho cercato invano è che invece è già lì, presente… proprio ora… mentre scrivo… Ormai ho deciso! Dopo Volevo essere una farfalla, il mio prossimo libro sarà sull’amore. Non quello che cercavo. Quello che ho…

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Leggere anche All’origine dell’insicurezza personale e C’è un tempo per ringraziare.

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