Oggi è stata una tappa molto impegnativa. Dopo pochi km dall’inizio a Lorca ho attraversato la bella cittadina di Estella, una delle perle del Cammino in Navarra. Ho speso un paio d’ore girando per il centro storico e per il bellissimo parco in periferia abitato da parecchi scoiattoli. Prima di lasciare la città ho provveduto a fare rifornimento di cibo e bevande in vista della temibile tappa fino a Los Arcos che presenta svariati km di campagne immerse nel nulla (foto d’inizio post).
A poca distanza da Estella sorge la Fuente del Vino, una delle attrazioni più interessanti del Cammino, soprattutto per un sommelier/ubriacone (dipende dai punti di vista). Si tratta di un’ottima trovata promozionale delle Bodegas Irache, una cantina che sorge proprio lungo il Cammino.
La regione della Rioja (uno degli epicentri produttivi del vino in Spagna) si avvicina e le piante di vite abbondano nella zona. Bodegas Irache ha deciso di omaggiare i pellegrini che passano avanti alle cantine con una fontana da cui si può bere liberamente del buon vino rosso.
Nonostante siano solo le 12.00 una lunga sosta alla Fuente è d’obbligo. Inoltre i percochi che avevo appena acquistato ad Estella si dimostrano perfetti per esportare in Spagna un’antica tradizione ostunese: ogni morso alle pesche è un passo virtuale verso casa, tanto lontana nel Sud Est italiano.
Dopo vari sorsi e 2 pesche “bagnate di rosso” riparto verso il caldo. Non il massimo, soprattutto avendo svuotato la bottiglietta d’acqua per riempirla di vino para llevar. Ma quando mi ricapita una fuente del vino nella vita?Superata la fase di abbiocco post vino, ho addirittura anche allungato leggermente il percorso, per attraversare Azqueta, poche anime residenti nelle case cotte dal sole, nella speranza di incontrare Pablito, uno dei personaggi più famosi del Cammino.
Tuttavia, forse perchè erano le 14.00, di lui non c’era traccia. Mai sottovalutare il potere de La siesta in Spagna… Il sole iniziava a picchiare davvero forte, per cui anche io mi sono adeguato alle usanze locali ed ho trascorso un’oretta sdraiato su una delle panchine nella piazzetta del paese.
C’erano dei bambini a giocare, ma nonostante fossi l’unica anima viva in giro oltre a loro, non mi hanno dedicato più di 3 secondi della loro attenzione. Zaino, bastoni e aria stanca mi identificavano pienamente come un peregrino e se vivi lungo il Cammino già a cinque anni sei abituato a convivere con questi tipi strani. Pellegrini.
Lasciata Azqueta il Cammino è proseguito senza particolari novità fino a Villamayor de Monjardin, ultimo avamposto di civiltà prima della lunga traversata che porta a Los Arcos. 12,5 km senza un’ombra, un paese o una fontana (anche d’acqua, non per forza di vino!).
Fortunatamente i consigli che mi erano stati dati da chi ha già affrontato il Cammino mi hanno evitato conseguenze sanitarie. Affrontare la traversata sotto il pieno sole del primo pomeriggio sarebbe stato veramente pericoloso. Tipo Clint Eastwood nel deserto de Il buono, il brutto, il cattivo.
Nonostante ciò sono arrivato rantolando, quasi strisciando nell’albergue Casa de Austria, dove l’atmosfera è conviviale e gli altri ospiti stanno organizzando una cena comunitaria. Purtroppo io sono arrivato troppo tardi e gli acquisti sono già stati fatti. Per cui devo arrangiarmi con un nuovo menu del pellegrino con Serge, un ragazzo armeno cresciuto a Kansas City.
Domani si chiude con la Navarra e i Paesi Baschi. La Rioja ed altro vino mi aspettano.
PASSI: 46.103 PASSI DALL’INIZIO: 216.556
KM: 33,6 KM DALL’INIZIO: 158,7