Camorra e Cina, un binomio affatto insolito se si parla di capi d’abbigliamento contraffatti.
Questa è l’accusa che in questi giorni è stata fatta a 36 indagati, da parte dei finanzieri del comando provinciale di Napoli. Le indagini, avviate nel 2011 dalla Procura antimafia della città campana, hanno portato alla luce l’alleanza fra tre organizzazioni criminali camorriste e alcuni commercianti cinesi, con lo scopo di introdurre in Italia capi d’abbigliamento contraffatti. Gli affari legati alla falsificazione dei più famosi marchi di moda, hanno portato i cinesi e i camorristi coinvolti, alla reclusione in carcere e agli arresti domiciliari.
Gli elementi determinanti di queste indagini, che hanno avuto come conseguenza ben 36 misure cautelari, riguardano la scoperta di due gruppi criminali locali con ramificazioni in Toscana, in Lazio, in Piemonte e in Liguria, e un gruppo criminale con ramificazioni nell’Europa dell’est. Inoltre, sono emersi l‘importazione di capi d’abbigliamento dalla Cina e l’impiego di opifici clandestini, utilizzati per la contraffazione, senza l’autorizzazione delle case di moda. A capo di tutto questo, è stato individuato il clan camorristico dei Mazzarella, che ha gestito l’importazione dalla Cina, la fabbricazione e la commercializzazione di capi contraffatti, attraverso le varie ramificazioni criminali sparse in tutta Italia. L’epilogo di queste indagini si è concretizzato, oltre che con le varie misure cautelari, con il sequestro di svariati beni mobili e immobili, tra i quali emergono conti correnti, cassette di sicurezza, mezzi di trasporto, terreni e opifici clandestini, per un valore che ammonta circa tra i 7 e gli 8 milioni di euro.
Per niente nuova risulta la volontà dei cinesi e dei camorristi di stringere patti tra loro per convenienza economica, fatto questo già denunciato anni fa dallo scrittore Roberto Saviano nel suo libro “Gomorra”. Ciò che emerge sono le difficoltà e le paure, legate al fallimento, che le case di moda sono costrette a dover affrontare a causa della contraffazione dei capi. Infatti, l’obiettivo di questa attività illecita è quello di accontentare un numero di persone sempre più vasto grazie a prezzi particolarmente accessibili dei capi di moda più conosciuti, uccidendo in questo modo il settore dell’abbigliamento. Tuttavia, grazie all’intervento della Guardia di Finanza nei giorni scorsi, una dura ferita è stato inflitta all’alleanza criminale in questione, provando, in questo modo, che è possibile contrastare il giro di affari dei capi d’abbigliamento contraffatti.
Camorra e cinesi uniti dalla moda, 10.0 out of 10 based on 2 ratings