Potrà anche essere semplice trovata scandalosa di un artista eccentrico. Oppure una critica allo Stato. Fatto sta che la campagna pubblicità a favore della Mafia pensata per Piacenza da Davide Valenti ha suscitato un vespaio di polemiche, ma anche qualche riflessione.
La città emiliana è invasa da cento manifesti e quattro maxiposter 6×3 che inneggiano alla Mafia spa, la prima azienda in Italia con i suoi 90 miliardi di fatturato annuo. Un cavallo sicuro su cui puntare che può assicurare più sicurezza, più libertà e maggiore ricchezza.
I mezzi per raggiungere gli obiettivi? Bordelli, droga legalizzata, pizzo minore dell’aliquota Iva.
La pubblicità gira pure le radio: un elogio alla criminalità organizzata a fronte di uno Stato che ti rapina con le tasse.
Il sindaco Roberto Reggi le ha tentate tutti per forzare la rimozione, ma i cartelloni sono ancora lì, tra l’altro autorizzati dalla Digos.
Il geniale ideatore Davide Valenti, tra l’altro lo stesso della discussa campagna “God is a palindrome”, rincara la dose:
Qui si viola la libertà di parola e di espressione. Queste lamentele di chi si sente offeso sono da scuola elementare.
Chi mi accusa di essere offensivo è solo suscettibile e permaloso: lavorando a questa campagna ho trovato molti punti positivi nella mafia e molto negativi nello Stato. Se in passato ci sembrava assurdo volare sugli aeroplani, domani forse sarà normale, sarà una sciocchezza fare pubblicità alla mafia.
Forse non è proprio solo una campagna pubblicitaria.