Magazine Opinioni

Campi magnetici per la cura dei tumori, alcuni studi promettenti.

Creato il 13 maggio 2015 da Corradopenna
L’articolo “Effect of Magnetic Fields on Tumor Growth and Viability”, di Tatarov I, Panda A, Petkov D, et al, pubblicato sulla rivista Comparative Medicine [2011;61(4):339-345] descrive un esperimento condotto su topi femmina con sistema immunitario debole (carenza dei lifnociti T) cui vengono iniettate delle cellule cancerose (del tumore al seno dei topi). Il problema a livello del sistema immunitario assicura il fatto che le cellule cancerose invece di essere riconosciute ed attaccate possano proliferare e generare un tumore. L’esperimento è sicuramente crudele ed immorale, i topi vengono fatti nascere solo per essere fatti ammalare, e poi tutti vengono uccisi dopo un mese, a prescindere dal fatto che stiano guarendo o stiano morendo per colpa del tumore. In tal modo vengono fatti controlli approfonditi a livello patologico dei vari tessuti. Precisato questo, e sottolineata nuovamente la mia contrarietà a tali esperimenti di vivisezione, non si può negare che, per quanto i topi possano certamente differire dagli esseri umani, i risultati siano interessanti ed incoraggianti. Tutti i topi trattati con un certo tipo di campo magnetico hanno mostrato un rallentamento nella crescita del tumore rispetto ai topi non trattati, ed in quelli esposti per un tempo maggiore (6 ore al giorno) sono state rilevate aree estese di necrosi. Il campo magnetico è stato realizzato per mezzo di due bobine di Helmholtz raffreddate ad acqua, alimentate da un generatore di corrente alternate ad alta Potenza (SDR TH 40–250, Sodilec, Bordeaux, France) la cui forma d’onda di uscita poteva essere modificata utilizzando un generatore esterno di segnale. Le bobine di Helmholtz avevano un diametro esterno di 152 mm, un diametro esterno di 406 mm, ed erano spaziate di 83 mm. Ogni bobina aveva una resistenza di 0.42 Ω. Con le bobine collegate in parallel ad una tensione di 20 V, la corrente nominale era prossima ai 100 A e produceva un campo magnetico di 0.094 T. Il generatore è stato modulato da un generatore di onda quadra e produceva un campo magnetico alternato unipolare, il cui grafico nel tempo era una mezza sinusoide. La frequenza era di 1 Hz, ovvero si alternava un campo magnetico che variava nel tempo come una mezza sinusoide per la durata di mezzo secondo, ed un’assenza di campo magnetico per il restante mezzo secondo. Il valore massimo del campo magnetico era di 0.1 ± 0.006 T.Lo studio qui presentato, assieme agli altri citati dagli autori, suggeriscono che l’attività antitumorale aumenta con l’aumentare dell’intensità del campo magnetico e della durata giornaliera dell’esposizione, e che tale effetto derivi sia dall’apoptosi (ovvero dal corretto funzionamento del meccanismo di “suicidio” delle cellule malate, meccanismo che è inibito nelle cellule tumorali) sia dalla soppressione della vascolarizzazione (angiogenesi) del tessuto tumorale (se il tumore non viene più rifornito di sangue ovviamente perde nutrimento e perde forza). Per rendersi conto dell’importanza di questo campo di studi è consigliato consultare anche alcuni studi citati dal presente articolo come per esempioA 60-Hz sinusoidal magnetic field induces apoptosis of prostate cancer cells through reactive oxygen species. (Campo magnetico che induce apoptosis delle cellule del cancro alla prostata)http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19016143Therapeutic electromagnetic field effects on angiogenesis and tumor growth. (Effetto del campo elettromagnetico sull’angiogenesi e la crescita del tumore).http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11911264Extremely low frequency (ELF) pulsed-gradient magnetic fields inhibit malignant tumour growth at different biological levels. (Campo magnetico pulsante inibisce la crescita di tumore maligno a diversi livelli biologici)ttp://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12127939

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :