#Campiellathon "Senti le rane di Paolo Colagrande"

Senti le rane di Paolo Colagrande, Nottetempo, è un romanzo che andrebbe raccontato e non letto. Lo stile colloquiale, la struttura teatrale e la storia hanno il sapore di un altro tempo, di luoghi lontani ma familiari.I due protagonisti della nostra storia, infatti, ci raccontano, durante una serie di chiacchiere da bar, la vita di Zuckermann, ebreo convertito diventato prete di Zobolo Santaurelio Riviera che per un breve periodo è stato una vera e propria stella lanciata nell'Olimpo della santità.La storia di Zuckermann  e il tono colloquiale e scanzonato del romanzo rendono la lettura nelle prime pagine scorrevole e fresca.L'idea è originale, i personaggi sono ben costruiti e la storia ha un vago sapore anni retrò, che mi ha ricordato vecchi film in bianco e nero e i lunghi e pigri pomeriggi estivi della mia infanzia. Il lungo dialogo tra i nostri protagonisti è infarcito di simpatici siparietti e scanzonate (ma non troppo) riflessioni esitestenzial - filosofiche.Il libro quindi è molto originale e finalmente da un punto di vista stilistico ci troviamo di fronte a qualcosa di nuovo.Peccato però che la storia risulti troppo prolissa e il siparietto, che tanto aveva divertito il lettore, nella parte centrale del romanzo lo stanca! Colagrande infatti ha il merito di saper intrattenere il lettore, ma non ha ancora quel "tocco magico", quel "quid" che gli permette di conquistarlo.Una narrazione più spedita, un ritmo più serrato nella parte finale e un piccolissimo colpo di scena, secondo il mio modesto parere, avrebbero reso il romanzo perfetto.Senti le rane è tra i canditati al Premio Campiello 2015 che ho apprezzato di più, ma mi aspettavo qualcosa di decisamente meglio.Promosso con riserva. Aspettiamo con ansia il nuovo romanzo.Alla prossimaDiana

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